Sono stati in migliaia i partecipanti alle manifestazioni organizzate ieri, giovedì 21 marzo, da Libera in occasione della Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
Correva l’anno 1996 quando Libera, associazione presieduta e fondata nel 1995 da don Luigi Ciotti, scelse il 21 marzo come giornata per ricordare le vittime della mafia.
La XXIV edizione ha visto Padova come piazza principale, centro di un’iniziativa nazionale che, per la prima volta, ha coinvolto tre Regioni – Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige – in rete per gli obiettivi della giornata: la vicinanza ai familiari di vittime della violenza mafiosa e la traduzione della memoria in responsabilità e impegno.
Libera è consapevole del valore educativo ed aggregativo dello sport e ha scelto le Fiamme Oro e in particolare Yeman Crippa come suo alfiere e portavoce.
La giornata
Partito alle ore 9.00 da Piazzale Boschetti, il corteo ha attraversato le principali vie della città di Padova fino ad arrivare in Prato della Valle dove, alle ore 11.00, si è tenuta la lettura dei nomi di 1.111 vittime di mafia. In testa al corteo i familiari delle vittime di mafia, con le loro foto in mano, e don Luigi Ciotti, fondatore e presidente di Libera.
Tra i partecipanti, che secondo gli organizzatori sono stati circa 50 mila, anche Yeman Crippa che ha avuto l’onore di salire sul palco e leggere i nomi delle vittime.
Nel pomeriggio, infine, si sono tenuti i nove seminari aperti al pubblico.
A Palazzo del Bo, presso l’Aula Nievo, si è svolto Non restiamo in panchina: educazione e integrazione, la vera partita dello sport, moderato dal giornalista di Tuttosport Andrea Schiavon. Tra i relatori l’atleta delle Fiamme Oro Yeman Crippa insieme, tra gli altri, a Mauro Berruto, ex ct della nazionale maschile di volley e ora direttore tecnico della Nazionale di tiro con l’arco.
Libera è una rete di associazioni, cooperative sociali, movimenti, gruppi, scuole, sindacati e parrocchie che hanno l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alla criminalità organizzata, favorendo la creazione di una comunità alternativa alle mafie stesse, la giustizia sociale, la ricerca di verità, la tutela dei diritti, per una legalità democratica fondata sull’uguaglianza e per una cittadinanza all’altezza dello spirito e delle speranze della Costituzione.
Il passaggio a Nord Est di Libera vuole porre la lente di ingrandimento sul Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia per analizzare quali siano stati gli effetti dell’incontro delle organizzazioni mafiose con il contesto imprenditoriale e politico triveneto.