A che cosa ci riferiamo quando parliamo di sport? E come ne parliamo? Quando diciamo “educazione fisica”, per esempio, intendiamo le due ore settimanali di scuola oppure la formazione di un cittadino che impara il rispetto dell’avversario e altri valori importanti? Lo sport, infatti, è cultura. Per affermare questo principio nella realtà però servono un patto morale collettivo e un piano strategico di business. Parola di cui secondo Flavio Tranquillo, giornalista sportivo, inviato di Sky Sport e autore di Lo sport di domani. Costruire una nuova cultura (Add Editore), da poco uscito in libreria, il mondo sportivo italiano non può avere paura, nascondendosi per non fare il proprio dovere.
Una nuova cultura, guardando oltreoceano
La crisi legata alla pandemia costringe a sciogliere le ambiguità, dando spazio a salde competenze e alla vera passione, in quest’ordine. Questo libro, che guarda oltreoceano senza mitizzare gli States, è una lucida analisi degli ostacoli presenti oggi nel nostro Paese. E fornisce una proposta concreta per lo sport di domani, per un futuro nel quale praticare attività sportiva diventi, senza alcuna distinzione, un diritto garantito per tutti.
Un possibile scenario futuro
Parlando di temi come professionismo, dilettanti, cartellini, contratti, questo volume delinea un possibile scenario in cui siano ben chiari i ruoli di Stato, privati, atleti, federazioni e leghe, senza confusione o ambiguità di potere. Ripensare il mondo dello sport è possibile, basta volerlo, e se per troppo tempo gli interessi sono stati altri, adesso è arrivato il momento di cambiare.
Flavio Tranquillo, Lo sport di domani. Costruire una nuova cultura, Add Editore, 144 pagg., 14 euro
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