Un capo di abbigliamento per correre deve innanzitutto risultare comodo una volta indossato.
Questo concetto di comfort si articola in una serie di possibili requisiti:
• deve consentire una perfetta mobilità, una buona traspirazione, non appesantirsi, asciugare rapidamente quando bagnato e possedere una buona resistenza al lavaggio;
• molti capi sono confezionati con tessuti (o maglie) trattati con finiture adatte a gestire il delicato equilibrio fra idrofilia e idrorepellenza, capaci quindi di favorire il cosiddetto effetto di “wiking”, cioè l’espulsione dell’umidità per effetto capillare. A questo scopo, i processi di trattamento al Plasma hanno permesso di raggiungere un’efficienza spettacolare, così come nella possibilità di rendere idrorepellente una superficie, quando ciò può essere utile;
• alcuni materiali sono stati invece finalizzati per evitare la proliferazione di batteri, che causano il cattivo odore, o per riflettere i raggi UV, o anche per tenere alla larga gli insetti.
• alcuni brand offrono capi confezionati con fibre contenenti selezioni di particolari miscele di minerali, ritenute capaci di favorire un maggiore ritorno venoso, e un’aumentata espulsione delle tossine;
• ci sono poi prodotti (anche italiani) che hanno raggiunto la preziosa certificazione Oeko Tex, che ne garantisce la loro completa salubrità, escludendo ogni possibile emissione di sostanze nocive.
• continua con crescente successo la proliferazione di capi Seamless, cioè realizzati con particolari maglie circolari, che eliminano (o quasi) le cuciture. Il laser viene utilizzato, sempre più estensivamente, per ottenere tagli sempre più puliti o particolari traforature, alcune funzionali altre “anche” o solo decorative.