Dopo il settimo posto di Massimo Stano nella 35 km di marcia del mattino, arrivano i sesti posti di Ayomide Folorunso (400 hs) e Sara Fantini (martello). Fuori dalla finale, ma con ottime prestazioni, Dalia Kaddari (200 m) e gli ottocentisti Simone Barontini e Catalin Tecuceanu.
La mattina della sesta giornata dei Mondiali aveva visto sfumare la possibilità di Massimo Stano (settimo) di bissare il titolo mondiale conquistato lo scorso anno a Eugene, nella 35 km dove a “bissare” sono stati invece gli spagnoli Alvaro Martin e Maria Perez, già vincitori della 20 km.
Il pomeriggio ha fornito conferma della stabile presenza di Sara Fantini tra le migliori al mondo nel martello e l’approdo nella stessa fascia top di Ayomide Folorunso nei 400 a ostacoli, entrambe seste nelle rispettive finali.
Fuori di poco dalle rispettive finali, è lecito attendersi un futuro da finalisti per Dalia Kaddari (200 m) e per gli ottocentisti Simone Barontini e Catalin Tecuceanu.
I risultati degli azzurri
200 m donne, semifinali – Dalia Kaddari è sesta in semifinale (7ª sul traguardo, poi sesta per la squalifica dell’ivoriana Koné per invasione di corsia) con 22”75 (vento -0.1 m/sec).
800 m uomini, semifinali – Restano fuori di poco dalla finale sia Simone Barontini (1’44”34, quinto)sia Catalin Tecuceanu (1’44”79, quarto), entrambi al primato personale. Quello di Barontini risulta essere il miglior tempo di un italiano negli ultimi vent’anni, prodotto soprattutto grazie a un secondo giro in grande progressione. Considerati i 24 anni di entrambi e la crescita del ventenne Francesco Pernici non è esagerato pensare di essere sulla soglia di una piccola Italian wave nel mezzofondo veloce.
400 m a ostacoli donne, finale – Nella serata del trionfo annunciato di Femke Bol (51”70), la finale dei 400 a ostacoli vede il sesto posto di Ayomide Folorunso (51”19), che si affaccia ultima sul rettilineo finale, recupera due posizioni e chiude in 54”19. «»Mi ero prefissa di raccogliere qualche “cadavere” tra quelle che fossero andate troppo forte per stare dietro alla Bol, e in qualche modo un po’ ci sono riuscita. Certo, tra il quinto e il sesto ostacolo sono calata un po’ troppo, ma l’importante è far parte di questo livello, dove vanno tutte veramente forte.»
Martello donne, finale – Dopo il quarto posto ai Mondiali di Eugene 2022 (e il bronzo agli Europei di Monaco), Sara Fantini si conferma presenza stabile ai vertici del martello: sesta con 73,85 m, primato stagionale. Al primo ingresso in pedana, l’allieva di Marinella Vaccari interrompe la rotazione, poi riprende da capo e lancia a 71,94 m, mentre al turno successivo con il picco della serata diventa quinta, a 33 centimetri dalla terza posizione provvisoria. La gara dell’azzurra prosegue con 69,42 e 71,79 m, quindi 71,82 m e un nullo. Si allontana la zona medaglie quando la statunitense DeAnna Price si porta a 75,41 m per il bronzo, al quinto tentativo, mentre sono imprendibili l’oro della canadese Camryn Rogers (77,22 m) e l’argento di Janee Kassanovoid (Usa, 76,36 m). Due europee ai piedi del podio: l’azera Hanna Skydan, quarta (74,18 m) e la finlandese Silja Kosonen, quinta (73,89 m).
35 km marcia (uomini e donne) – Come già ricordato, niente bis mondiale per Massimo Stano, che chiude al settimo posto la gara di 35 km dopo il ritiro nella 20 km di sabato. L’azzurro campione olimpico della 20 km è apparso in forte e progressivo calo dal 29° chilometro. Le gare di marcia dei Mondiali di Budapest consegnano una nuova egemonia spagnola, visto che anche nella 35 km, come nella 20 km, si impongono Alvaro Martin (2:24’30”) e Maria Perez (2:38’40”). Quattro azzurri nei primi venti: quindicesimo Andrea Agrusti (2:30’32”), sedicesimo Riccardo Orsoni (2:31’41”), ventesimo il bronzo europeo Matteo Giupponi (2:34’58”). La migliore delle marciatrici italiane è Federica Curiazzi, quindicesima in 2:53’27”, poi diciannovesima Sara Vitiello (2:57’00”) e ventisettesima Nicole Colombi (3:02’29”).
«Oggi, almeno, non ha gareggiato mio fratello – commenta Massimo Stano- ma ho gareggiato io. Mi sono divertito, ho dato il massimo e anche di più. Sono chiaramente rammaricato, in parte contento per essere riuscito a esprimermi, forse non al meglio di come mi sono allenato, ma per quello che potevo fare oggi. Lo spagnolo Martin ha dimostrato che era possibile la doppietta e ha fatto quello che volevo fare io. Spero che tutto questo sia utile per le Olimpiadi del prossimo anno a Parigi, mi dispiace per il mio staff che ha lavorato duramente, però meglio settimo che ritirato».