Tra le novità del numero di gennaio di Correre compare una rubrica di allenamento intitolata “Ri(e)voluzione, curata da Daniele Vecchioni.
Già intervistato in passato da Correre, Daniele Vecchioni è autore del metodo di allenamento denominato “Correre naturale”, un percorso di ricerca nell’arte della corsa, un vero e proprio cammino di studio e riscoperta, messo a punto con l’obiettivo di portare le persone a riscoprire il vero valore e piacere della corsa e del movimento, attività vitali e indispensabili per ogni essere umano, e capire cosa significa davvero essere “Nati per Correre”.
Il primo capitolo di questa nuova rubrica è dedicato alla corsa rigenerante, utile sia a chi corre per aumentare il proprio benessere sia al corridore agonista dopo una gara o un allenamento sfibranti.
Che cos’è la corsa rigenerante?
La “corsa rigenerante” è una tipologia di recupero attivo che va sempre inserita il giorno dopo una gara o un allenamento impegnativo, così come in quelle giornate in cui ci si sente “scarichi” a causa di stress, lavoro o problemi personali.
La corsa rigenerante permette al runner di eseguire un allenamento di corsa che non sia improntato sui normali parametri di distanza, velocità o ritmo, bensì sulle proprie sensazioni. Si usa quindi questo tipo di corsa per lavorare su sé stessi, riequilibrando corpo e mente tramite l’uso di questo gesto ancestrale. Il vantaggio di una seduta di corsa rigenerante è che il corridore, al termine dell’allenamento, è più rilassato di quando è partito, perché ha allontanato stress, dolori e problemi e, soprattutto, ha la sensazione di aver fatto una vera e propria “doccia interna”.
Come si esegue la corsa rigenerante?
Il runner deve respirare unicamente con il naso per tutta la durata della corsa (all’inizio per aiutarsi può essere utile coprire la bocca con del nastro adesivo chirurgico, come si vede nella foto), prestando attenzione a fare meno rumore possibile; non deve mai trovarsi, quindi, ad avere “fame d’aria”, il fiatone o una sensazione di affanno.
Nel metodo “Correre naturale”, questa definizione di naso bianco si contrappone alla condizione di “naso nero”, che determina invece un respiro in affanno e rumoroso.
“Affidiamoci, quindi, al naso come nostro primo limitatore – scrive Vecchioni -, non pensiamo all’orologio, copriamo il quadrante con un cerotto o lasciamolo addirittura a casa, perché, almeno per questa seduta, non ci servirà. In questo allenamento ciò su cui dovremo fare affidamento saranno le nostre sensazioni. Iniziamo a correre prestando attenzione al nostro respiro, in modo che sia leggero, silenzioso e “facile”. Se ci ritroveremo a dover forzare la respirazione, proveremo a rallentare ulteriormente il passo o anche a camminare per un po’: la corsa rigenerante deve essere un’esperienza piacevole e, a suo modo, naturale”.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “La corsa rigenerante”, di Daniele Vecchioni, pubblicato su Correre n. 399, gennaio 2017 (in edicola da sabato 30 dicembre), alle pagine 50-53.