Se è vero che il corpo impara a risparmiare energia, quali sono le finestre temporali di questi adattamenti? E gli adattamenti metabolici sono generali o legati allo specifico del gesto? E l’aspetto mentale, che peso ha nella genesi di questi adattamenti?
Salite a confronto
Nel 2013 l’Università di Verona ha promosso una ricerca in collaborazione con gli atenei di Milano, Losanna e Calgary, pubblicata lo scorso dicembre sulla prestigiosa rivista Frontiers in Physiology.
È stato verificato che, con il trascorrere del tempo e a parità di pendenza e dislivello, l’organismo consuma meno energia. In altre parole: l’efficienza meccanica, il costo energetico verticale e per unità di distanza e il consumo medio di ossigeno a parità di salita si ottimizzano. Si tratta di un risultato per nulla scontato. Anche perché di solito su gare più brevi, con il progredire dell’affaticamento, il costo energetico aumenta.
Adattamenti ed efficienza
Il responsabile di questo miglioramento nell’efficienza è verosimilmente un aumento del controllo neurale. Ripetendo il gesto per più di cento ore di seguito aumenta l’eccitabilità delle aree corticali motorie primarie coinvolte nel controllo del movimento specifico. È probabile che un’altra conseguenza dell’attività protratta per molto tempo sia una maggiore efficienza nel reclutamento delle unità motorie e della loro frequenza di scarico. È da notare che questi adattamenti sono possibili solo perché il ritmo della gara è sufficientemente blando da non indurre uno stato di affaticamento tale da costringere l’atleta a fermarsi del tutto.
Variabili psicologiche
È molto probabile, anche se molto difficile da verificare in termini di misure, che una parte del miglioramento dell’efficienza sia legata a variabili di tipo psicologico. Man mano che l’obiettivo finale si avvicina, nel runner diminuiscono ansia e tensioni, responsabili di un maggior consumo energetico, in quanto innalzano la secrezione di ormoni dello stress.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Come il corpo sotto sforzo risparmia energia”, di Pietro Trabucchi, pubblicato su Correre n. 401, marzo 2018 (in edicola da giovedì 1 marzo), alle pagine 64-65.