Zona mista – Non si vive di solo Bolt

Zona mista – Non si vive di solo Bolt

05 Giugno, 2015

Non si vive di solo Bolt. Così ha scritto in conclusione dell’articolo su “Repubblica” Enrico Sisti. Non si può certo dar torto al competente collega del quotidiano romano, infatti, i vari Gatlin, Pichardo, Lavillenie hanno lustrato per bene il Golden Gala Pietro Mennea. Ma questo gli appassionati di atletica l’avranno visto e vivisezionato in televisione.

Chi però era a casa non può vedere le sfumature che si possono cogliere all’interno dell’Olimpico, la prima: dopo la conclusione dei 100, nella zona vip posizionata sotto la tribuna stampa, luogo di gran classe, con poltrone e se non ho visto male, con annesso frigobar, la maggioranza degli spettatori in giacca e cravatta se n’è andata….

Vi immaginate se ciò fosse accaduto in una partita di calcio, lasciare lo stadio al 20° del secondo tempo, quando magari il punteggio è in bilico?
Giammai in atletica sì!

In altri meeting della Diamond Legaue che mi è capitato di assistere, leggi Zurigo, Losanna, Bruxelles, Montecarlo, un fatto del genere è inconcepibile o quasi. In quelle città lo stadio è più piccolo e le persone che si siedono sugli spalti, difficilmente lasciano il loro posto prima dell’ultima volata, dell’ultimo salto o dell’ultimo lancio.

La seconda: mancavo dall’Olimpico (Golden Gala) dal 2012, con Bolt la tribuna stampa era divenuta un luogo impraticabile, vista la presenza di un numero incredibile di giornalisti, molti stranieri. Giovedì sera si stava larghi, larghissimi. In più di un’occasione ci era stato annunciato il numero di spettatori paganti. Oltre 50.000 un record sotto ogni profilo. Ieri sera? Molti meno, anche se il pubblico si è lasciato trasportare dall’entusiasmo e ha coinvolto intere zone dello stadio.

Un meeting come quello romano a tratti era difficile stabilire dove guardare. I salti del piccolo acrobata dell’asta o quelli della cavalletta cubana nel triplo? I velocisti, oppure i lanci del giavellottisti? Insomma un gran spettacolo compreso purtroppo quella dell’ecatombe nei 100hs donne, dove la Pearson ci ha rimesso un polso.

Poi ci sono stati i momenti di commozione con il ricordo di Annarita Sidoti. Sul maxischermo sono comparse le immagini che hanno ricordato i suoi momenti migliori della vita d’atleta, mentre in pista molti ex visibilmente commossi, hanno fatto un giro per ricordarla. Pietro e Anna Rita ci hanno lasciato troppo presto….

Non voglio scrivere nulla delle gare, hanno scritto e detto già tutti, forse però qualche commentatore non si è accorto dell’ennesima performance di Marta Zenoni negli 800. La ragazza bergamasca ha infiammato l’Olimpico con un crono da spavento per una sedicenne 2’03”40. E’ la più forte al mondo. Teniamocela stretta, come Yema Crippa che ha vinto i 1500 in 3’44”28, giovane di belle speranze che con i vari Giacomo TortuIlaria Verderio, potrebbero dire cose interessanti in futuro.

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