Il 19enne eritreo Ghirmay Gebrselassie è il primo campione del mondo di Pechino 2015. Un successo a sorpresa che ha stravolto completamente le previsioni della vigilia che vedevano gli ultimi due primatisti del mondo Wilson Kipsang e Dennis Kimetto tra i grandi favoriti per il successo finale.
Ghebrselassie ha tagliato il traguardo all’interno del Bird’s Nest in 2:12’27” in una giornata caratterizzata dal grande caldo con una temperatura di 30°C. L’argento e il bronzo sono andati all’etiope Yemane Tsegay (2:13’07) e all’ugandese Munyo Solomon Mutai (2:13’29).
La mattinata che ha aperto il mondiale cinese ha regalato anche una grande soddisfazione per l’atletica italiana grazie al favoloso quarto posto del 41enne padovano Ruggero Pertile in 2:14’22” a 53 secondi da un podio che quasi nessuno avrebbe osato neppure sognare e l’ottavo posto del campione europeo in carica Daniele Meucci in 2:14’53” nonostante uno stop di oltre un minuto. Per il portacolori dell’Assindustria Sport Padova è il coronamento di una bellissima carriera che annovera anche un quarto posto agli Europei di Barcellona 2010.
“E’ il miglior risultato della mia carriera ma mi dispiace non essere arrivato al podio perché sono arrivato a soli 53 secondi dall’impresa. Ci ho sempre creduto fin dall’inizio. Ho impostato una gara regolare correndo come mi ero prefisso di fare. Nel 2014 venivo da sei mesi di stop. Qui sono arrivato in forma perché ho avuto la fortuna di poter lavorare bene prima in Kenia poi a St. Moritz. Ho trovato in Daniele Meucci un ottimo compagno di allenamento. Sono convinto che Daniele abbia le potenzialità per vincere altre medaglie importanti. Oggi ho avuto le risposte che mi aspettavo in vista della maratona olimpica di Rio dove troveremo condizioni climatiche simili. Con questo tipo di clima mi sento ancora competitivo. Ringrazio tanto i Supermercati Alì che mi supportano e per i quali tornerò a lavorare in futuro”, ha detto Pertile.
“Pertile ha dimostrato di conoscere la maratona come pochi. Ha realizzato un grande risultato. Sinceramente non mi aspettavo che potesse vincere una medaglia”, ha detto il Direttore Tecnico della Fidal Massimo Magnani.
“Al 32° ho avuto un problema intestinale e mi sono dovuto fermare per andare in bagno perdendo un minuto e mezzo ma questa gara è stata un’esperienza importante in vista delle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016”, ha detto Meucci.
Ghebrselassie è diventato il più giovane maratoneta della storia capace di vincere il titolo mondiale. Nelle precedenti 14 edizioni soltanto un altro eritreo era stato capace di vincere una medaglia ai Mondiali di atletica. Si tratta del grande Zersenay Tadese che si aggiudicò la medaglia d’argento sui 10000 metri a Berlino 2009 alle spalle di Kenenisa Bekele.
Nemmeno il suo manager Jos Hermens, mentore del suo quasi omonimo Haile Gebrselassie e di Kenenisa Bekele, si aspettava che il diciannovenne eritreo potesse vincere la gara inaugurale dei mondiali. I favoriti Kimetto e Kipsang non sono mai stati nel vivo della gara e si sono dovuti ritirare.
“Lo scorso anno corse da lepre la Maratona di Chicago dove decise di tagliare il traguardo finendo in sesta posizione in 2h09’08. In Aprile ha realizzato il suo record correndo in 2:07’47” a Amburgo terminando la gara al secondo posto”, ha raccontato Hermens.
Ghebrselassie ha saputo distribuire al meglio le forze scoprendo le sue carte al 35 km. Dopo che Pertile e Meucci sono andati in testa al 25° km prendendo un vantaggio di sei secondi, il poco conosciuto Tsepo Ramonene del Lesotho ha preso il comando al 30 km transitando in 1h35’02 ma il suo vantaggio si è ridotto a 10 secondi al 35 km. Ramonene cede dopo il rifornimento e viene superato da Ghebrselassie che si porta in testa seguito da Ghirmay Tsegay, atleta accreditato di un personale di 2:04’48”. Al 39° km l’eritreo ha cambiato ritmo prendendo un vantaggio di 12 secondi sull’etiope mentre Pertile si porta in sesta posizione.
“Non riesco ad esprimere a parole cosa provo. Sono orgoglioso per aver regalato il primo oro in maratona per il mio paese. I miei genitori non volevano all’inizio che facessi il corridore. Volevano che continuassi a studiare e andassi all’Università ma ora sono orgogliosi della scelta fatta. Non sono sorpreso del fatto che Kimetto e Kipsang si siano dovuti ritirare. Le gare dei Mondiali sono diverse dalle classiche d’autunno e primavera dove ci sono le lepri. Qui è tutto molto più difficile ma noi eritrei non molliamo mai. Molti sono sorpresi del fatto che io sia così giovane ma questa vittoria mi dà ancora più motivazioni per andare avanti”, ha detto Ghebrselassie.