La fuoriclasse keniana Brigid Kosgei ha vinto la mezza maratona texana di Houston con mezzo minuto di vantaggio stabilendo il record del percorso e la migliore prestazione mai realizzata sul suolo nord americano con l’eccellente tempo di 1:05’50” in una giornata fredda con una temperatura di 1°C. La prestazione dell’ultima vincitrice della maratona di Chicago si colloca all’undicesimo posto delle liste mondiali di sempre e migliora il suo precedente record di 45 secondi.
>Fancy Chemutai
si è classificata seconda in 1:06’48” precedendo la campionessa uscente etiope Ruti Aga (1:06’56”).
Kosgei e Chemutai sono transitate al passaggio intermedio al 10° km in 31’33”. Soltanto Ruti Aga e la keniana Gladys Cherono (due delle maratonete più veloci della storia) sono riuscite a tenere testa al ritmo delle prime due. Kosgei e Chemutai hanno raggiunto il 15 km in 46’52” con un frazione tra il 10 e il 15 km in 30’45” con un vantaggio di 17 secondi su Riti Aga e di 24 secondi su Gladys Cherono. Chemutai ha incominciato a faticare perdendo il terreno nei confronti di Kosgei, che ha preso un vantaggio sempre più consistente. Aga ha ridotto lo svantaggio ma Chemutai ha difeso il secondo posto in 1h06’48” (tempo più lento di quasi due minuti rispetto alla prestazione che le permise di vincere l’anno scorso a Ras Al Khaimah).
Monicah Ngige ha stabilito il record personale con 1:07’29” in quarta posizione precedendo la statunitense Emily Sisson, quinta con il nuovo record nord americano di 1h07’30”.
L’etiope Shura Kitata (secondo nell’ultima edizione delle maratone di Londra e New York) si è aggiudicato la gara maschile in 1:00’11” precedendo di tre secondi il connazionale Jemal Yimer e di sette secondi il keniano Bedan Karoki.
Kitata ha fatto parte di un folto gruppo di testa al passaggio al 5 km in 14’30”. Cinque atleti sono rimasti in testa al 15 km (42’49”). La gara si è decisa al 20 km quando Kitata ha sferrato l’attacco nell’ultima curva prendendo tre secondi di vantaggio nei confronti di Yimer.
LEGGI ANCHE: Monster Frozen: Paolo Venturini come mai nessuno prima