Partenza da Via dei Fori Imperiali e ritorno per 42,195 km. E’ la maratona di Roma che domenica Giorgio Calcaterra correrà con l’obiettivo di chiudere in 2:30′. Per il più famoso ultramaratoneta italiano non sarà però questo il traguardo perché, una volta ricevuta la medaglia da finisher proseguirà correndo per la seconda volta la Maratona di Roma lungo lo stesso tracciato, incitando e accompagnando tutti i podisti che raggiungerà lungo il percorso per poi chiudere la prova di 84,390 chilometri insieme all’ultimo arrivato.
Una bella impresa colma di significato umano e sportivo per il 3 volte campione del mondo (2008, 2011 e 2012) che ha vinto anche le ultime nove edizioni della Firenze-Faenza, meglio conosciuta come il Passatore.
Sei da sempre un esempio per migliaia di maratoneti, riuscirai con questa nuova impresa a far breccia nella volontà di tanti che si sentono scoraggiati dalla distanza sui 42 km?
“Sicuramente non farò breccia su tutti, ma spero che qualcuno riesca in questo modo a vedere la maratona, non come una fatica estrema, ma come una cosa possibile. Se io ne faccio due, con un po’ di allenamento e di buona volontà, tutte le persone in salute ne possono farne almeno una. Un mio desiderio è vedere almeno 100.000 persone correre nello stesso anno la maratona di Roma”.
Come gestirai il doppio passo? “Partire a ritmo medio (per capirci al ritmo che potrei correre una distanza di 85 km, per esempio a 3’50″al km), sarebbe “facile”, io vorrei provare a correre la prima maratona ad un ritmo per me massimale, poi ripartire sarà difficile, ma a quel punto correrò la seconda parte come i meno preparati, con l’intento di godermi i km e magari perché no, di raggiungere gli ultimi e di concludere la gara con loro, per congratularmi con chi spesso “fatica” più dei primi ma ha meno elogi”.
Hai mai corso così tanti km ad un passo così lento? (di fatto raggiungerai l’ultimo atleta dal 30° km…)
“Non andrò lento in tutta la gara, e sarà questa la vera difficoltà. Andare piano dall’inizio non mi avrebbe spaventato, ma andar “piano” dopo 42 km è tutta un’altra cosa”.
Sarà necessario un cambio di maglia o un occhio in più alle previsioni meteo?
“Se dovesse far caldo potrei rimanere con la canottiera gara anche nella seconda maratona, ma quando andrò più piano potrei aver freddo e allora mi coprirò un po’”.
Roma è la tua città e la Maratona di Roma è la prima maratona che hai corso nella tua vita: quale è il passaggio, lo scorcio della Maratona che più ami?
“Il Colosseo è lo scorcio che preferisco, ma anche entrare a Piazza Navona, mi regala sempre una bellissima emozione”.
Un campione come te è abituato a correre sempre nella testa della corsa. Questa volta, al secondo giro, ti troverai invece a “viaggiare” anche nella pancia della corsa, dove troverai corridori non professionisti che soffriranno tutta la pesantezza dei tanti km, il temuto muro, i sampietrini. Cosa vorresti dire a questo mondo di runner amatori che rappresenta la pancia della corsa? Un consiglio per affrontare la crisi degli ultimi km.
“Spesso dopo aver finito la mia gara aspetto chi arriva dopo e qualche volta corro con loro ed è sempre molto bello. Il consiglio che posso dare è quello di dosare bene le forze e di cercare di divertirsi, la fatica passa e comunque se non ci pensa troppo la si sopporta meglio”.