Speciale Giappone – maratona, è boom sotto il Sol Levante

Speciale Giappone – maratona, è boom sotto il Sol Levante

21 Settembre, 2016

Speciale Giappone – In meno di dieci anni, i maratoneti giapponesi al traguardo sono cresciuti di quasi 8 volte, passando dai 74.000 del 2006 ai 576.000 del 2015 e superando gli Stati Uniti. Sempre l’anno scorso, le prime 25 maratone in terra nipponica hanno visto ben 366.066 corridori sulla finish line. Il Paese del Sol Levante è ormai un riferimento per il running mondiale, da diversi punti di vista. E il fenomeno corsa qui, ben oltre le pure e semplici cifre, si è allargato a vera e propria filosofia di vita.

Da pagina 110 a pagina 127 del numero di Correre di settembre ve ne raccontiamo alcuni aspetti: scopriamo come i nipponici vivono la corsa, attraverso le parole di chi questa parte dell’Estremo Oriente la conosce bene e l’ha visitata.

Maratona, un’escaltion impressionante


“C’è l’antica cultura per lo sport (la storia delle Olimpiadi si insegna a scuola) e anche un libro di successo dietro il boom delle maratone giapponesi. L’escalation della corsa nel Sol Levante è impressionante. La passione per la maratona nel 2015 ha superato quella ben nota degli Stati Uniti: dopo aver dominato per mezzo secolo il mercato globale delle 42 km, lo scorso anno c’è stato il sorpasso da parte del Giappone. Una rincorsa durata un decennio. Dal 2006 si era registrato un milione di arrivati in tutte le 42 km del mondo, dieci anni dopo il totale globale era più che raddoppiato toccando il considerevole numero di 2.180 finisher.

Il Giappone che corre ha iniziato a mettere la freccia in coincidenza con l’uscita del libro autobiografico L’arte della corsa, di Haruki Murakami, scrittore più volte candidato al premio Nobel per la Letteratura, uscito nel 2006 e divenuto presto un successo mondiale. Non è una coincidenza che proprio nel 2007 sia nata la maratona di Tokyo, divenuta in pochi anni la sesta classica mondiale con più classificati (35.308)”.
Franco Fava

Cos’è davvero Tokyo

“In Giappone la popolazione è circa il doppio dell’Italia, i maratoneti sono oltre dieci volte più di noi: è un dato che fa riflettere. Tokyo è una delle oltre 20 maratone giapponesi con oltre 10.000 arrivati e rispecchia in pieno il movimento dei runner nel Paese. Partiamo dal fatto che i giapponesi prenotati per partecipare erano oltre 300.000 e che ne sono stati ammessi solo 30.000. E gli altri? Un numero impressionante è diventato volontario per la gara.

E il pubblico? Un milione e mezzo di persone a tifare, cantare, portare cibo, frutta, acqua e spray per i muscoli dei corridori. n questo i numeri sono simili alle altre grandi maratone, ma con il chiaro sound locale al limite dell’ossessivo, che ripete l’urlo di incitamento: Gambare, gambare“.
Daniele Barbone

Viaggio nel cuore della produzione nipponica

“Kobe e Osaka distano tra loro soltanto una trentina di chilometri, come convivono due colossi tanto vicini? «Articoliamo le nostre strategie a livello mondiale, il Giappone è soltanto una delle regioni in cui operiamo», sentenzia Keisuke Harada, dell’ufficio stampa di Asics. «Asics si è specializzata nella produzione delle calzature sportive, che per noi rappresenta uno dei core business, ma non l’unico: siamo più focalizzati sull’attrezzatura sportiva», replica il collega di Mizuno. «La concorrenza è leale e sprona entrambi a diventare più competitivi», concordano i due portavoce. Del resto, chi se non loro poteva prendere la sfida con sportività?”. 
Francesca Grana

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