Il campione italiano paralimpico di mezza maratona e maratona è stato ospite della trasmissione “Il filo rosso” condotta da Paola Perego su Rai2, in occasione dell’ingresso dell’atleta nel gruppo sportivo delle Fiamme Oro.
Sabato 27 marzo, Loris Cappanna è stato ospite a “Il filo rosso”, trasmissione condotta da Paola Perego su Rai2. Durante il servizio, registrato a Forlimpopoli (FC), dove Cappanna vive, è stato annunciato l’ingresso del maratoneta paralimpico nel gruppo sportivo delle Fiamme Oro. Classe 1972, romagnolo d’adozione, Cappanna è stato più volte campione italiano paraolimpico di maratona e mezza maratona, oltre che campione mondiale di paraduathlon sprint, e ha intrapreso, con il proprio gruppo di guide, un’intensa attività di comunicazione rivolta ai giovani attraverso incontri di sensibilizzazione sulle condizioni di disabilità.
La storia di Loris
«Un uomo che non si è arreso e ha imparato a essere più forte delle sue paure». Con queste parole Paola Perego ha presentato al pubblico di Rai2 la vicenda del maratoneta e duatleta non vedente (categoria T11), la cui storia comincia in Svizzera, dove nasce (a Frauenfeld) nel 1972 e abita fino all’età di undici anni, quando con la famiglia ritorna a Pesaro, città natale del padre.
Sottufficiale della Marina militare, sposato dal 1997 e padre di una bambina (Giulia) dal 2000, negli anni successivi comincia a subire gli effetti di una malattia agli occhi, diagnosticata come congenita e aggravata di lì a poco da un incidente domestico.
Sul proprio blog, Loris riassume così il periodo successivo: “Il 2005 è la data che segna in modo preoccupante la mia vita: da questa data termina qualsiasi attività sportiva, iniziano periodi di ricovero ospedaliero, assenze lavorative, isolamento dagli amici etc. Tutto questo mette a dura prova anche il matrimonio che da lì a poco evolve prima in una separazione per poi finire con il divorzio”.
Separazione e malattia trascinano Loris verso una profonda depressione.
“Dopo qualche anno – racconta ancora Cappanna – conosco la mia nuova ed attuale compagna, Denise. Mi trasferisco quindi in Emilia Romagna e più precisamente nella piccola cittadina artusiana di Forlimpopoli (Forlì-Cesena). Da questa nuova unione nel 2009 nasce Sofia.
Il 2009 è un’altra data importante della mia vita: a settembre di questo anno, dopo gli interventi di ricoprimento congiuntivale, perdo ogni speranza di tornare a vedere”.
La rinascita attraverso la corsa
Proprio la presenza in studio della moglie Denise, accanto a Loris, ha permesso agli spettatori di percepire il valore del rapporto di coppia nell’affrontare la difficoltà.
Senza mai smettere di stringere la mano della compagna, Cappanna ha ricordato l’occasione che gli ha permesso di rompere il muro della prigione che si era auto-costruito in giornate passate tra divano e letto: «Nell’estate del 2012, la TV trasmetteva le paralimpiadi di Londra. Il caso ha voluto che mi sia messo all’ascolto mentre correvano atleti con la mia stessa disabilità. Mi sono detto che potevo farlo anch’io, anche se magari non a quei livelli».
L’anno della svolta diventa così il 2013, quando Loris trova la forza di uscire dal tunnel e di cominciare a correre. Per farlo ha bisogno di una guida e a questo ci pensa la locale società podistica Avis Forlì, che divulga via e-mail un messaggio-appello a tutti i soci. A rispondere è Daniele Zattini, che diventa la prima guida di corsa di Loris, quello dei primi, faticosi chilometri.
È ancora Loris a ricordare quei momenti di ripartenza: «La semplice corsa è diventata così una vera passione, una vera luce dentro me», una luce che lo ha guidato per sempre più chilometri fino a contagiare anche il forlivese Davide Giunchi che diventa la mia seconda guida. “Da lì le “garette” da sagra di paese non bastano più, volevo provare il grande salto e decido di correre la mia prima maratona da non competitivo a Ravenna, nella Maratona Ravenna Città d’Arte” ricorda sul blog.
Tesserato dal 2014 per la ASD Disabili Faenza (società paralimpica associata Fispes), maratona dopo maratona si impone come protagonista nel 2015, quando, sempre con Davide Giunchi, diventa campione italiano paralimpico categoria T11 (non vedenti totale) prima in mezza maratona (a Palermo) e poi in maratona (Padova), con 3:20’.
Seguono anni davvero di corsa, dove l’unica, parziale delusione è rappresentata dalla mancata convocazione per i Giochi paralimpici di Rio de Janeiro 2016.
Nelle scuole a parlare di coraggio
Il 2016, però, è anche l’anno in cui comincia ad affermarsi la popolarità di Cappanna, che alla maratona di Treviso porta il personal best a 3:08’: viene eletto come rappresentante degli atleti all’interno del Comitato italiano paralimpico Emilia-Romagna e riceve in dono dalla “Asso Cooperativa” di Cesena un tandem che gli apre una seconda vita sportiva prima nel duathlon e poi nel triathlon.
Arriva anche il tempo di raccontarsi: Cappanna comincia a portare la propria testimonianza di vita nelle scuole, nelle parrocchie e negli altri luoghi di aggregazione delle comunità in cui si sposta per la corsa, ma anche in incontri organizzati ad hoc. Lo fa assieme al team di guide che nel frattempo si è allargato a comprendere Andrea Onofri, Cesar Alejandro Radic, Matteo Batani, Andrea Baiardi, Thomas Valentini, Stefano Masini, Andrea Soldati. Il tema-motto di questi incontri pubblici è “Non ho paura del buio”.
«Guide che sono soprattutto amici – precisa Loris negli studi di Rai2 – con i quali riesco anche a scherzare sulla mia disabilità, perché ripeto sempre “Dovete fidarvi di me ciecamente.»
La puntata di “Il filo rosso” si è chiusa con una piccola fiction: il già annunciato ingresso di Loris Cappanna nel gruppo sportivo delle Fiamme Oro è stato raccontato come una sorta di “Carramba che sorpresa”, con la consegna in diretta della divisa del gruppo sportivo della Polizia di Stato.