Filippo Tortu, un bronzo amaro

Filippo Tortu, un bronzo amaro

19 Agosto, 2022
Foto: Francesca Grana

La doppietta argento-bronzo di Ahmed Abdelwahed e Osama Zoghlami nei 3.000 a siepi e l’ulteriore bronzo di Filippo Tortu nei 200 metri raddrizzano una giornata cominciata malissimo, con la staffetta 4×100 che prima subisce il forfait di Jacobs, poi conquista l’accesso alla finale e infine lo perde, a seguito di un ricorso.

Una giornata bizzarra come il meteo di questi giorni, quella di venerdì 19 agosto per l’Italia dell’atletica impegnata a Monaco di Baviera nei Campionati europei. 

Bufera sulla 4×100

Siamo nel riscaldamento pre-gara delle batterie della 4×100, al mattino, quando Marcel Jacobs si ferma ed è costretto a rinunciare alla sua frazione per un problema fisico. Con Filippo Tortu impegnato in giornata nella finale dei 200 metri, resta Lorenzo Patta l’unico del quartetto olimpico a prendere parte alla staffetta, partente in prima corsia. Cambi non perfetti sia tra Patta e Wanderson Polanco sia tra Matteo Melluzzo e Chituru Ali. L’Italia è così quinta in batteria 2 con l’ultimo dei tempi di ripescaggio (39”02).

Un’ora e mezza dopo arriva la notizia che è stato accolto il reclamo della Turchia (settima alle spalle dell’Italia in 39”50) per un danneggiamento subito dalla Finlandia durante il primo cambio.

Come già visto in questi campionati, alla Turchia è permesso di correre di nuovo, da sola: il nuovo tempo è 38”98, quattro centesimi meno dell’Italia, che così rimane esclusa dalla finale.

Filippo Tortu: bronzo indigesto nei 200 metri

«Sono arrabbiato per il colore di questa medaglia, domani magari sarò più felice. Ho fatto una buona gara, ma gli altri ce ne hanno messo di più. Se penso che sono arrivato qui con il quarto tempo, dovrei essere soddisfatto, ma volevo l’oro. Questo bronzo mi sta un po’ stretto, dico la verità, ma, a conti fatti, quando finisci sul podio di una manifestazione così importante bisogna essere contenti.»

«A tirare le somme di questo 2022, devo essere orgoglioso di tutto il lavoro fatto per arrivare a questo momento. Tutti i sacrifici e le gioie che mi hanno regalato queste 55 settimane di lavoro rappresentano una ricchezza personale immensa. Nei prossimi giorni valuterò se finire qui la stagione, la prima in cui ho potuto davvero dedicarmi ai 200 metri. La preparazione degli anni precedenti mi aveva lasciato problemi per cui non avevo ancora avuto la possibilità di preparare al meglio questa distanza.»

Tortu si è poi mostrato critico sull’esclusione della 4×100: «Non è stato un bel modo di cominciare la giornata. I miei compagni hanno dovuto affrontare diverse difficoltà in pista, ma sono stati bravi. Brucia, certo, perché deve bruciare: non si è capito perché la stessa protesta fatta da noi ai Mondiali di Eugene, e là respinta perché quel tipo di danneggiamento è stato considerato parte normale dell’agonismo, qui sia stata accolta al punto da far correre di nuovo la Polonia da sola. Misteri!»

Ahmed Abdelwahed e Osama Zoghlami: argento e bronzo nei 3.000 a siepi

Occhi puntati sui siepisti azzurri dopo l’ottima condizione mostrata nelle batterie. 

Ala Zoghlami lavora per mantenere alto il ritmo. La strategia suggerita da Gaspare Polizzi (già allenatore del mito Salvatore Antibo) è proprio di fare selezione sul ritmo, con l’obiettivo di ridurre il più possibile il numero degli avversari in grado di prendere parte allo sprint finale.

Nell’ultimo chilometro Abdelwahed e Osama Zoghlami cercano di mantenere la testa, ma non possono contrastare lo splendido finale del finlandese Topi Raitanen. Finisce con Raitanen a 8’21”20, Abdelwahed a 8’22”35 e Osama Zoghlami a 8’23”44; Ala Zoghlami è settimo con 8’27”82.

Così Osama Zoghlami: «Avevamo deciso la tattica di gara con Polizzi, con l’obiettivo di ridurre al minimo possibile i partecipanti alla volata finale. Sapevo che il finlandese ha una grandissima volata. Felice di questo terzo posto».

Cosi Ahmed Abdelwahed: «Super, super, super felice. Mi sono goduto la gara, mentre nella batteria ero un po’ teso. Bello, bello, bello. Vengo da due anni molto difficili, ma formativi, per i quali devo dire grazie al mio allenatore Roberto Scalla. Ora mi attende un nuovo progetto al Tuscany Camp di Giuseppe Giambrone». 

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