Come curare le ferite del nostro organismo

Come curare le ferite del nostro organismo

Il corpo umano è, ad oggi, tra le cose più meravigliose che lo stesso essere umano abbia mai avuto occasione di osservare e studiare.

Nonostante gli enormi passi avanti compiuti dalla scienza e dalla tecnica negli ultimi secoli, che ci hanno permesso di costruire autentiche meraviglie architettoniche, capolavori di ingegneria, e conseguire risultati che erano stati inimmaginabili lungo tutto il corso della storia della nostra specie, pensiamo ad esempio all’allunaggio, niente è tuttora in grado di riprodurre il miracolo della vita così com’è messo in atto dalle macchine biologiche che sono, appunto, gli esseri viventi, e l’uomo in particolar modo.

Oggetto di infiniti studi

Ancora oggi, infatti, proseguono gli studi sul funzionamento e i segreti del nostro corpo e della vita che custodisce, i cui risultati, a un attento esame, possono essere già riscontrati nel considerevole aumento dell’aspettativa di vita che abbiamo potuto osservare nel corso del XX secolo, coi massimi risultati raggiunti nei primi anni del XXI, nonché nell’aumento della qualità delle esistenze che conduciamo.

Un esempio particolarmente esemplificativo delle potenzialità e dell’irriducibile abbondanza di risorse di queste macchine organiche di per sé pressoché perfette, ci è fornito dal processo della cicatrizzazione, il quale consiste in un processo di riparazione delle lesioni (ferite, lacerazioni, etc.) dei tessuti dell’organismo, e che può ai giorni nostri essere coadiuvato, grazie ai risultati raggiunti dalla scienza medica, dall’utilizzo di una serie di prodotti farmaceutici, come ad esempio una crema antibiotica per ferite e lesioni, prodotto utile a contrastare i batteri che potrebbero essere causa d’infezioni nella zona interessata, oltre che a favorire un lavoro ottimale dell’organismo nell’opera di cicatrizzazione.

Riparazione semplice

Il processo di cicatrizzazione può svolgersi con modalità differenti, sulla base di una serie di fattori che vanno ad incidere sul modo in cui il nostro corpo procede alla riparazione del danno subito.

La riparazione semplice, o per prima intenzione, prevede il ripristino della continuità tissutale interrotta, e quindi del numero e dell’architettura delle cellule danneggiate. Essa avviene quando il danno in cui è incorso l’organismo provoca la necrosi di un limitato numero di cellule. In questo caso, solo se i margini della zona danneggiata sono vicini, la riparazione si completa in fretta e con un’opportuna e ordinata proliferazione delle cellule staminali dei vari tessuti, oltre che con la riparazione delle cellule stabili (ad esempio le terminazioni nervose).

Cicatrizzazione

Si ha invece la formazione effettiva di una cicatrice in caso di riparazione per seconda intenzione: ovvero quando si ha prevalenza di tessuto connettivale, con la conseguente matrice extracellulare da esso prodotta, in quantità tanto maggiore quanto più esteso è il danno.

In questi casi, responsabile della formazione della cicatrice è un’abbondante necrosi cellulare, con perdita dei tessuti e margini della lesione molto distanti tra loro: ciò renderà più lento il processo di riparazione, avvantaggiando la formazione di tipi cellulari a maggior potenziale proliferativo (come i fitoblasti).

Infine, anche l’eccessiva presenza di una tipologia di molecole di natura proteica, come le citochine, può portare ad una sovrapproduzione di matrice extracellulare; nel qual caso potremmo osservare la formazione di tessuto cicatrizzato anche laddove la lesione non risulti eccessivamente estesa né con i margini troppo distanti tra loro.

Il lavoro di autoguarigione del corpo

La cicatrizzazione avviene attraverso tre fasi tra loro distinte, ma che possono svolgersi in contemporanea:

  • La contrazione, compiuta ad opera dei miofibroblasti, che tende a ridurre la superficie danneggiata con l’intento di avvicinarne i margini.
  • La formazione del tessuto di granulazione, costituito da macrofagi e fibroblasti, oltre a una serie di vasi appena formatisi, che avviene con l’ausilio di uno scivolamento delle cellule epiteliali rimaste indenni dal trauma, volto a favorire la rapida ricostituzione dell’epitelio.
  • La rigenerazione, ovvero una continua formazione e rimodellamento di collagene ed elastina.

La formazione del tessuto di granulazione rappresenta la risposta riparativa immediata del nostro corpo, e ha inizio con la costituzione del reticolo di fibrina coagulata, sul quale s’impianta tutto il processo rigenerativo e di produzione della sostanza extracellulare.

Anche la neoformazione di vasi aumenta andando a costituire una ricca rete vascolare. La cicatrice continua poi lentamente il suo processo di maturazione e modellamento che può durare fino a due anni.

Gli aiuti della medicina

Come abbiamo accennato in principio, la scienza medica rimane spesso attonita e in meravigliata contemplazione dinanzi ai miracoli della biologia, ma non per questo si esime dal tentare di contribuire con l’apporto dei risultati conseguiti dal suo procedere via via sempre più spedito.

Proprio osservando incessantemente e con mai sopita attenzione i processi naturali, che sempre ci circondano in ogni momento delle nostre vite, la medicina è stata in grado di individuare una serie di elementi coadiuvanti proprio il processo di cicatrizzazione e, successivamente, elaborarli nella realizzazione di creme e pomate atte appunto a favorirne il corretto esito.

Tali prodotti, se usati appropriatamente e affiancati da una cura consona della lesione, permettono al nostro corpo di svolgere il suo lavoro al meglio e più rapidamente, aiutandoci a tornare in salute col minimo dispendio di risorse ed energie.