Da martedì 14 agosto Stefano Baldini non è più il responsabile delle nazionali giovanili, incarico che, con differenti denominazioni e progressiva responsabilità, lo ha portato a lavorare per la Federatletica italiana allo sviluppo e al consolidamento dei futuri talenti fin dal 2010.
La decisione è stata comunicata lunedì 13 agosto al presidente Giomi e ufficializzata il giorno successivo. Dal documento redatto dall’oro olimpico di maratona (Atene 2004) si capisce che il modesto bottino di medaglie degli Europei di Berlino ha funzionato solo come “goccia che fa traboccare il vaso” e che la rinuncia affonda le sue motivazioni nel tempo: «Già l’anno scorso mi ero fatto da parte – spiega Stefano Baldini nell’intervista pubblicata da Gazzetta dello Sport (15 agosto, pagina 47) a firma di Andrea Buongiovanni-. Poi certi dissidi si erano appianati. In Fidal ho buoni rapporti e godo di piena autonomia, ma non tutti i tecnici presenti agli Europei hanno potuto esprimersi come avrebbero voluto.»
Paradossalmente, si dimette il responsabile delle poche medaglie portate a casa dalla spedizione azzurra: Crippa e Chiappinelli, ad esempio, erano “Cadetti” (14-15 anni) di grande talento nel 2011, quando cioè Stefano Baldini cominciava a lavorare al futuro dell’atletica italiana.
«Sono super orgoglioso, come dei loro allenatori cresciuti nel tempo – precisa, infatti, Baldini nell’intervista, prima di dichiarare che in Germania… – c’è stata una deregulation totale, i modelli sono saltati. Ci sono state strane decisioni tecniche avvenute all’ultimo minuto. Chi sbaglia deve pagare.»
Riferimenti chiari anche alla scandalosa fine della 4×400 donne («con un gruppo così era difficile rimanere giù dal podio») e più in generale all’operato del commissario tecnico, Elio Locatelli.
La decisione di non attendere oltre e comunicare le dimissioni subito dopo gli Europei, è maturata definitivamente una volta saputo che il presidente Giomi avrebbe «letto la mia e-mail a settembre».
Nella recente storia dell’atletica italiana non è la prima volta che un campionato europeo provoca un terremoto politico. Nel 1994, ad esempio, dopo gli Europei di Helsinki, fu l’allora presidente Gianni Gola a dare le dimissioni, trasformando così l’assemblea ordinaria di metà mandato in assemblea straordinaria elettiva. L’obiettivo di Gola era quello di liberarsi di un consiglio federale che, a suo dire, gli remava contro, e che era ritenuto dal presidente il primo responsabile di una “deregulation totale” sostanzialmente simile a quella descritta da Stefano Baldini.
Per la cronaca: l’assemblea si concluse con la rielezione di Gianni Gola e con l’uscita di scena dell’allora commissario tecnico, che si era schierato a favore del candidato d’opposizione, Adriano Rossi. Il commissario tecnico in questione era Elio Locatelli.