Chi corre può essere colpito da metatarsalgia, perché le articolazioni metatarso-falangee sono particolarmente esposte al trauma da impatto durante la corsa. Le soluzioni per proteggerle sono diverse. Su Correre di gennaio Luca De Ponti ce le spiega una per una.
Ecco un argomento che riguarda, purtroppo, moltissimi runner.
Si chiama “metatarsalgia” e su Correre di gennaio Luca De Ponti ne fornisce la seguente spiegazione: “I metatarsi costituiscono un complesso anatomico formato da cinque ossa lunghe, originano dalla linea articolare distale dei cuneiformi e del cuboide e si articolano distalmente con le singole dita. Le cinque ossa lunghe presentano una base, un corpo e una testa. La base è sempre più voluminosa della testa, che è la porzione anatomica coinvolta nei fenomeni di metatarsalgia, ovvero l’infiammazione da sovraccarico funzionale o da trauma compressivo delle articolazioni metatarso-falangee, che può essere, inoltre, associata a borsite reattiva delle articolazioni, cioè la formazione di liquido infiammatorio in corrispondenza delle capsule articolari”.
“Un eccessivo carico parziale – precisa ancora De Ponti – può sollecitare oltremodo una delle articolazioni. Le più esposte alla classica metatarsalgia sono quelle corrispondenti al secondo, terzo e quarto metatarso. Le sindromi infiammatorie insorgono con maggiore facilità quando le parti molli in corrispondenza dell’avampiede si assottigliano esponendo maggiormente al trauma da impatto l’articolazione, che in casi estremi può subire anche una lussazione venendo quindi meno la giustapposizione dei due capi articolari.”
“La metatarsalgia del primo raggio del piede è più propriamente definita sesamoidite, perché coinvolge le due ossa accessorie, i sesamoidi, posizionate al di sotto della testa del primo metatarso. L’infiammazione in questo caso interessa le articolazioni presenti tra sesamoide e testa metatarsale.”
Come affrontare e superare il dolore
Terminata l’approfondita descrizione, su Correre di gennaio De Ponti passa poi a illustrare i sintomi della metatarsalgia, spiegarne le cause, suggerire gli esami da fare sulla base degli studi e dell’esperienza da chirurgo ortopedico (tra i massimi esperti del tema “il piede nello sport”) per poi passare a suggerire le possibili soluzioni.
Alcuni appunti su queste parti dell’articolo:
• “Generalmente il disagio è maggiore ai primi passi mattutini, mentre tende ad attenuarsi durante il corso della giornata”;
• “Per prevenire la metatarsalgia la calzatura ha una notevole importanza: la parte anteriore deve essere provvista di un’intersuola a bassa portanza atta ad assorbire l’urto dell’appoggio”;
• “Altre cause di infiammazione possono nascere da uno o più traumi diretti, dovuti a irregolarità della superficie di appoggio, quali sassi, buche e radici”;
• “Le terapie antinfiammatorie, che possono aiutare a contenere il dolore e a non rinunciare quanto meno al cammino, presentano ovvi limiti”.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Quel dolore all’avampiede”, di Luca De Ponti, pubblicato su Correre n. 471, gennaio 2024 (in edicola da inizio mese), alle pagine 42-45.