Partendo da semplici osservazioni statiche rilevate su di una pedana baropodometrica è possibile capire come la distribuzione del peso del corpo non sia mai eguale sui due arti, ma tenda a essere maggiore sulla parte destra.
Lunghezza degli arti
Assai frequente è anche una diversa lunghezza degli arti inferiori. In questi casi il carico tende a essere prevalente sull’arto più corto in virtù di un compenso che porta a una estensione non completa dell’arto più lungo.
Il baricentro
Il baricentro può essere definito come il punto di applicazione della forza peso di un corpo. Il dispendio energetico durante la corsa sarà tanto più elevato quanto più il baricentro non è perfettamente centrato anatomicamente.
La muscolatura
Gli squilibri muscolari sono allora, a volte, da interpretare come forme di riequilibrio funzionale a compenso di schemi morfologici da cui non si può prescindere. Diversa è invece l’interpretazione dei dati a seguito di un infortunio o di un intervento a esso correlato.
Il potenziamento muscolare
Abbiamo più volte sostenuto la necessità di inserire nel programma di allenamento stimoli muscolari atti al mantenimento del tono generale per creare una sorta di barriera protettiva nei confronti di situazioni di sovraccarico. Con alcune accortezze:
– alcuni presunti squilibri muscolari possono in realtà essere dei semplici auto-compensi ed è inutile insistere in un riequilibrio che non è utile all’economia funzionale;
– il carico applicato nelle forme di potenziamento non deve superare in modo esagerato quello richiesto dalla corsa;
– gli assi di carico e i gradi di escursione articolare nell’esecuzione delle esercitazioni devono avvicinarsi a quelli della corsa.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Mantenersi in equilibrio”, di Luca De Ponti, pubblicato su Correre n. 407, settembre 2018 (in edicola a inizio settembre), alle pagine 58-60.