Il nostro medico nutrizionista di riferimento, Luca Speciani, confessa ai lettori di Correre come una delle attività che più frequentemente svolge all’interno del proprio studio medico sia oggi la “de-prescrizione” di molti dei farmaci che i suoi pazienti assumono. L’autore precisa come si tratti di farmaci talvolta duplicati, altre volte inutili, talvolta esplicitamente dannosi.
Ogni individuo è diverso
“Le linee guida per la cura delle patologie – spiega Speciani – non dovrebbero mai essere considerate indiscutibili, ma sempre interpretate dal medico curante in una visione complessiva dello stato di salute del paziente. Così recita, tra l’altro, un insieme di sentenze tra loro coerenti della Corte di Cassazione, che stabilisce infatti l’importanza della piena libertà prescrittiva o deprescrittiva del medico, in relazione alla specifica situazione individuale del paziente. L’operare del medico dev’essere naturalmente basato su scienza e coscienza, ma non può essere valutato alla sola luce di linee guida teoriche non sempre idonee per tutti.
Sedentari VS sportivi
Tra i pazienti più soggetti a variabilità individuale dei cosiddetti “parametri di normalità” vi sono senza dubbio gli sportivi. Dieci anni di lavoro con la nazionale di ultramaratona come responsabile medico nutrizionale mi hanno insegnato che i valori “normali” per il sedentario non sono sempre normali per un runner.
Nel caso di uno sportivo agonista ogni singolo esame deve essere valutato in modo più approfondito, alla luce delle conoscenze del medico delle interazioni tra pratica sportiva ed esami del sangue.
Un diritto inalienabile
Non rinunciamo mai al diritto di scelta di cura. Un diritto costituzionale di cui nessuno può privarci. Lo sportivo è paziente mediamente più sano degli altri, mediamente più magro, mediamente più tonico e che quindi mediamente può fare a meno di molti farmaci. I suoi valori ematici risentono delle peculiarità specifiche dello sport che viene praticato. Se c’è qualcuno che può e deve esercitare il suo pieno diritto alla scelta di cura è proprio lo sportivo.
Valutiamo quindi sempre con grande attenzione chi e perché ci sta prescrivendo qualcosa e valutiamo, magari, una seconda opinione, per capire se davvero quel farmaco lo dobbiamo assumere e se sia vero che va assunto per tutta la vita.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Atleti e sedentari, cure diverse”, di Luca Speciani, pubblicato su Correre n. 407, settembre 2018 (in edicola a inizio settembre), alle pagine 72-74.