Nel trail running gli schemi motori sono complessi e diversificati. Per capire come lavorare sui punti deboli di un aspirante trail runner bisogna vedere l’atleta in azione per individuarne le carenze tecniche e porvi rimedio.
Il trail running ai “raggi X”
Nella valutazione tecnica iniziale Carlotta e Francesca, che parteciperanno per noi alla prima edizione dell’UTMB Ushuaia sulla distanza di 50 km, si erano dimostrate atlete con una buona tecnica derivante dai tanti anni di pratica della corsa su strada.
Per approcciarsi al trail running, però, non basta. Ecco perché le abbiamo seguite anche in altre situazioni.
Salita con pendenza corribile
Entrambe riescono a sostenere agevolmente la corsa in salita con pendenza fino al 6%, ma in una gara come quella di Ushuaia la linea guida sarà di evitare di correre in salita al fine di risparmiare energie.
Salita ripida da percorrere di marcia
Indispensabili per ogni neofita della corsa in natura, non essendo abituate a questo tipo di gesto, cui dovranno ricorrere per molti tratti di gara.
Salita con bastoncini
Proprio per facilitare la gestualità esecutiva della salita ripida abbiamo insistito sull’uso dei bastoncini, in quanto, se utilizzati con la giusta tecnica, permettono di alleviare lo sforzo a carico degli arti inferiori.
Discesa ripida e tecnica
È una caratteristica tipica dei trail alpini e richiede una grande dimestichezza con l’ambiente roccioso, con gli appoggi irregolari dei piedi, con la distribuzione del baricentro corporeo e con la scelta della traiettoria.
Fartlek o saliscendi con cambi di ritmo frequenti
Possono fare la differenza in termini di prestazione, perché mantenere una buona media su questi tratti consente di macinare velocemente i chilometri.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Correre alla Fine del Mondo”, di Fulvio Massa, pubblicato su Correre n. 414, aprile 2019 (in edicola a inizio mese), alle pagine 38-42.