Zona mista – DJ Bolt è stato a Milano. Chi l’ha visto?

Zona mista – DJ Bolt è stato a Milano. Chi l’ha visto?

08 Maggio, 2014

La zona mista in quasi tutte le discipline sportive è il punto d’incontro tra gli atleti e la stampa. A volte ho sentito, specie in televisione, affermare: “Adesso ci colleghiamo con la mixed zone”.. ma colui che scrive preferisce usare il termine in “volgare”. In questa zona del campo di atletica, ci si trova di fronte agli atleti che hanno appena terminato la loro fatica: stanchi, adirati, contenti, delusi, irritati, alla mercè dei giornalisti che ne approfittano per fare loro delle domande. La zona mista è piazzata solitamente in un budello, o antro dantesco che dir si voglia, dove gli atleti, terminata la gara, per raggiungere gli spogliatoi prima passano davanti alle televisioni, poi alle radio e per ultimo alla carta stampata. A questo punto, alla terza serie di domande, loro sinceramente ne hanno quasi piene le scatole. Io ho sempre fatto parte del terzo segmento, in mano un taccuino e una biro. Appena arriva colui che ha vinto, il medagliato, l’azzurro, o l’atleta più importante, succede il finimondo, se non siete lesti ad accaparrarvi un posto vicino alle transenne, rischiate di non sentire nemmeno una parola. Le dichiarazioni degli atleti sono necessarie per scrivere un pezzo sul quotidiano del giorno dopo, e le gare finiscono la sera tardi, quasi sempre. La Zona mista, a ogni buon conto, è un punto nevralgico, dove onestamente, devo dire, s’impara a lavorare. Un luogo dove ne ho viste e sentite di tutti i colori, e dove ho preso spinte, calci, gomitate e, perchè no, anche qualche insulto, come ben sapete i giornalisti non sono delle mammolette.

Esaurita questa doverosa premessa sul perché del titolo di questa rubrica che qui nasce, su Correre.it, voglio raccontare un fatto che è sfuggito ai più. Usain Bolt è stato a Milano. In quanti lo hanno saputo? I lettori della Gazzetta, forse, ma solo quelli più attenti, perchè l’arrivo di Usain il Lampo è sfuggito anche agli amici di Via Solferino, i quali, tramite l’abile penna di Andrea Buongovanni, hanno cercato di parare il colpo in seguito a quello che si dice giornalisticamente una soffiata, ma solo qualche giorno dopo. Il plurimedagliato è arrivato a Milano e la notte del 26 aprile si è presentato al Byblos, locale milanese tra i più in. Cosa ha fatto? Il dj ovviamente,rubando la scena ad Andreas Kinstead uno dei più noti, mi dicono, sulla piazza milanese alla consolle. Il giamaicano non è nuovo a queste trovate, per lui musica, calcio e atletica sono passioni. All’ombra della Madonnina Usain si era visto un paio di stagioni fa, o forse di più, per un derby a S.Siro tra Inter a Milan. Bolt aveva lo stesso sponsor di Etoo (era l’Inter di Mourinho, del triplete), era comparso solo un piccolo riquadro sulla Gazzetta, nella pagina dedicata al derby. Questa volta a Milano è venuto per girare uno spot televisivo di una nuova campagna (Forever Faster). Con Usain in veste di testimonial a Milano c’erano Mario Balotelli a Sergio Aguero. Toccata e fuga dunque dell’uomo che sta tenendo a galla l’atletica mondiale negli ultimi anni. E’ arrivato, nessuno l’ha saputo, o quasi, se non gli avventori del locale notturno, e se n’è andato… e lo sponsor che ha sede anche in Italia? Non ha battuto ciglio. Giusto così? Bolt a Milano è il sogno proibito di quasi tutti coloro che vogliono allestire qualcosa di interessante, atleticamente parlando, all’Arena ci sarebbe il sold out, ma quest’anno il figlio della Giamaica centellinerà le sue uscite. Ostrava a giugno, Parigi il 5 luglio e poi chissà. Intanto a Roma non ci sarà. L’olimpico si può scordare i 50.000 e oltre paganti dello scorso anno. Qualora fossi smentito sarei felicissimo!