Meravigliosa Palmisano: è bronzo

Meravigliosa Palmisano: è bronzo

20 Agosto, 2023
Foto: FIDAL/Francesca Grana

Nonostante una caduta subito dopo metà gara, l’azzurra reagisce e conquista un podio che pone fine a due anni di infortuni e sofferenze.

Dall’oro di Tokyo al buio degli infortuni e da questi di nuovo alla luce dell’élite mondiale. Dopo due anni di problemi fisici, Antonella Palmisano ritrova sorrisi e podio nel momento più importante della stagione conquistando la medaglia di bronzo nella 20 km di marcia (tempo: 1:27’26”) dei Campionati mondiali di Budapest. Il tutto dopo aver fatto temere il peggio quando, al “giro di boa” (inversione della direzione di marcia di 180 gradi) del giro successivo al passaggio di metà gara, la caviglia destra subisce una pericolosa torsione e l’azzurra finisce a terra.

La gara 

Fin da subito vanno via le sette atlete (Palmisano compresa) sulle quali ruotano i favori del pronostico in questo mondiale femminile dei 20 km di marcia. A loro si aggiunge poi Glenda Morejon (Equador) che rientra nel gruppo di testa grazie al calo del ritmo della frazione tra l’undicesimo e il 15 km. 

La svolta della gara avviene al sedicesimo mille, quando la spagnola Maria Perez porta il ritmo a 4’06”/km e frantuma il gruppo. Emerge la lucidità di gestione di Antonella Palmisano, che, per i postumi della caduta, deve affrontare con prudenza le inversioni di 180 gradi del percorso.

La classifica

Maria Perez porta l’oro alla Spagna (1:26’51”), l’argento va all’australiana Jemima Montag (1:27’16”), mentre il bronzo se lo mette al collo un’immensa Antonella Palmisano (1:27’26”). Si tratta del secondo bronzo mondiale della fuoriclasse pugliese di Mottola, dopo quello conquistato a Londra 2017, in un palmares che comprende anche il terzo posto agli Europei di Berlino 2018 e l’indimenticabile oro olimpico di Tokyo. La peruviana Kimberly Garcia Leon è quarta, a sei secondi. Eleonora Giorgi è ventunesima (1:31’45”), Valentina Trapletti ventitreesima (1:32’57”).


«Quello che conta è la testa – ha commentato Antonella Palmisano -. Ho imparato in questi due anni a vedere tutto il bello che c’è intorno a me, senza concentrami sui problemi. Ora so che posso andare avanti al meglio, ora l’appuntamento è con l’Olimpiade, c’è Parigi dietro l’angolo.»

«Cadere e rialzarsi è un concetto perfetto per la giornata di oggi: la caduta alla boa mi ha fatto vedere in pochi secondi tutto quello che ho passato in due anni. Mi ha dato una carica che non mi aspettavo. Ho passato momenti in cui non vedevo più la luce. Momenti in cui il mio allenatore Patrizio Parcesepe mi diceva “pensa alla persona, e se non è il caso di continuare fermiamoci”. Quello che sto vivendo adesso è tanta felicità, tanta gioia: ho dimostrato a me stessa, e a lui, che l’atleta c’è, e anche la persona. Con qualche acciacco, ma ci sono. E possiamo sognare Parigi 2024.» 

Lungo: Iapichino quinta

C’è il quinto posto per Larissa Iapichino nel lungo ai Mondiali di Budapest. Alla prima finale iridata della carriera, la ventunenne azzurra salta 6,82 (+0.8) all’ultimo tentativo, a sei centimetri dal podio, mentre il titolo va alla serba Ivana Vuleta con un formidabile 7,14 (+1.2) davanti alla statunitense Tara Davis-Woodhall (6,91/+0.5) e alla romena Alina Rotaru (6,88/+1.6) che si prende il bronzo in chiusura di gara.

100 m: Jacobs e Kerley fuori dalla finale

Nei 100 m Marcell Jacobs arriva a quattro centesimi dalla finale correndo in 10”05 (+0.3), ma la sorpresa della gara è  l’eliminazione del campione mondiale in carica, Fred Kerley, primo degli esclusi con 10”02. Nella finale, l’oro è dello statunitense Noah Lyles in 9”83 (0.0), campione nei 100 dopo aver vinto due titoli consecutivi sui 200 nelle ultime edizioni dei Mondiali.

1.500 m: solo Ludovica Cavalli in finale

Conquista la finale nei 1500 metri Ludovica Cavalli (22 anni), promossa con il record personale di 4’02”83, che la fa diventare la quarta italiana di sempre: era da trent’anni che un’azzurra mancava nella finale iridata in questa specialità (Stoccarda 1993, Fabia Trabaldo); si ferma invece Gaia Sabbatini. Al maschile si migliora anche Pietro Arese con un ottimo 3’33”11, a 14 centesimi dalla finale e a 33 dal primato italiano (3’32”78/1982, Genny Di Napoli). 

Nei 10.000 metri è dodicesimo Yeman Crippa in 28’16”40 nella gara che consegna il terzo titolo mondiale consecutivo all’ugandese primatista del mondo Joshua Cheptegei (27’51“42) mentre per l’argento il keniano Daniel Ebenyo (27’52”60) infila l’etiope Selemon Barega (27’52”72) sul traguardo. 


Zaynab Dosso: record italiano 100 metri eguagliato

Nei 100 metri Zaynab Dosso eguaglia in batteria con 11.14 (+0.4) dopo ventidue anni il record italiano di Manuela Levorato, stabilito a Losanna il 4 luglio del 2001, e guadagna il biglietto per la semifinale come Davide Re che corre in 45.07 nei 400 metri, realizzando il suo miglior crono delle ultime due stagioni. En plein degli ostacolisti, tutti qualificati alle semifinali: nei 400hs Alessandro Sibilio (49.50) al rientro dopo l’infortunio e Mario Lambrughi che sfiora il personale con 49.05, nei 110hs semaforo verde per Lorenzo Simonelli (13.50/0.0) e Hassane Fofana (13.53/+0.5). 

Nell’alto hanno superato la qualificazione con 2,28 m il campione olimpico Gianmarco Tamberi, che si salva al terzo e ultimo tentativo, e Marco Fassinotti, a segno con il secondo salto ritrovando una misura che non raggiungeva da sei anni. In finale nel disco Daisy Osakue che agguanta il pass all’ultimo lancio con 61,31 m, dodicesima del turno eliminatorio.