Nike Air Zoom Pegasus 35 Flyease
La Nike lancia oggi una particolare versione dell’ultima Pegasus, denominata Nike Air Zoom Pegasus 35 Flyease, la cui particolarità consiste in un sistema di chiusura denominato, appunto, “Flyease” e consistente in una cerniera diagonale che attraversa in orizzontale la zona del tallone (priva della classica conchiglia rigida) ed è comandabile da appositi micro-cavi di tensionamento, collegati alla cerniera stessa. Una versione speciale dell’ultima Nike Air Zoom Pegasus 35 Standard, pensata per offrire agli atleti paralimpici una maggiore facilità di uso, la possibilità di calzare e poi togliere la scarpa praticamente con una mano sola.
Impressioni su strada
Correre ha avuto la possibilità di testare in anteprima le Nike Air Zoom Pegasus 35 Flyease, test effettuato direttamente dal nostro esperto di calzature, tecnologie e materiali, Filippo Pavesi.
Ecco un’anteprima della sua valutazione, che verrà pubblicata per esteso su Correre di aprile:
“Il test ha dimostrato che le Air Zoom Pegasus 35 sono scarpe di alto livello, efficienti e ben ammortizzate, assai reattive, ottime per la mia tecnica di corsa. Sono scarpe leggere e snelle (270 g nella taglia 9 US e 335 g rilevati nella taglia testata, la 12 US), con spessore di suola e intersuola contenuto in 16 mm anteriori e 26 mm posteriori (quasi delle neo-minimaliste, alla luce della tendenza verso suole sempre più maxi, oggi in voga). In ragione del cuscino Zoom Air a tutta lunghezza, non sono certo le scarpe più flessibili, tuttavia la flessione consentita è più che sufficiente.
Come nel modello “Standard”, la Nike Air Zoom Pegasus 35 Flyease adotta l’ultima versione del battistrada Waffle, diviso in una parte con tacchetti pentagonali, esteso dalla punta al bordo posteriore mediale, mentre il perimetro laterale ha una struttura segmentata in ben 8 parti indipendenti, tagliate in due da una linea longitudinale, allo scopo di migliorare l’adattabilità a vari tipi di impatto.
L’intersuola è in Eva Cushlon Premium ST, con un cuscino Zoom Air a tutta lunghezza, montato sull’interfaccia con il piede e un differenziale di 10 mm. Dietro spicca la caratteristica appendice a punta, con cui la Nike ora distingue visivamente le scarpe per correre in modo impegnato: è una novità stilistica mutuata dalle scarpe da gara di Eliud Kipchoge, detentore della miglior prestazione mondiale sulla maratona, nonché artefice dell’impressionante BreakingTwo, il tentativo di correre i 42,195 km sotto le 2 ore, effettuato il 6 maggio 2017 sul circuito di Monza. La tomaia è in Engineered mesh, con rinforzi Flywire agli occhielli passalacci.”
Pegasus, cavallo di battaglia
Uno dei veri e propri cavalli di battaglia della Nike, la prima Pegasus comparve sul mercato nel 1983, come versione base di scarpa dotata di ammortizzazione Nike Air, facendo seguito alla celebre Tailwind del 1979 e proponendo l’altrettanto celebre suola Waffle a tacchetti quadri, alti 5 mm, con disegno Center of Pressure (scavato sotto il calcagno, nda), in mescola di gomma al carbonio.
Da allora, per 35 anni, una buona parte degli atleti ed amatori di tutto il mondo ha corso calzando almeno una delle versioni che si sono succedute, quelle in diversa larghezza, le impermeabili, le rinforzate per il trail running, le personalizzate con il programma Nike ID e più recentemente quelle intrecciate in morbida maglia. Nel corso del tempo, anche la famosa suola ad aria ha conosciuto alcune variazioni: in origine il cuscinetto pneumatico era limitato alla sola zona del calcagno, poi è stato esteso a tutto il piede, successivamente sono subentrati i “materassini” Zoom Air (con superfici appiattite grazie a un intreccio di fibre tridimensionali), più elastici e reattivi, prima quelli in due parti, posteriore ed anteriore, e infine un unico elemento a tutta lunghezza.