Sorprendente vittoria dell’ugandese Viktor Kiplangat (2:08’53”), in una maratona senza Kenya sul podio. Daniele Meucci è decimo (2:11’06”), personale stagionale. Yohannes Chiappinelli undicesimo (2:11’12”). Ritirato Eyob Faniel.
Un po’ a sorpresa il giovane Viktor Kiplangat, classe 1999, con un finale veemente, vince il titolo mondiale di maratona a Budapest e consegna all’Uganda la seconda medaglia d’oro della rassegna. Dopo undici anni il Paese che diventò famoso per le gesta dell’ostacolista sui 400 John Akii-Bua può esultare anche per la seconda vittoria in una maratona significativa (nel 2012 Stephen Kiprotich conquistò l’oro all’Olimpiade di Londra). L’inizio vede la fuga estemporanea del mongolo Serod Bat-Ochir, ma al decimo chilometro (30’36”) avviene il ricongiungimento di un gruppone foltissimo, dove l’etiope Tamirat Tola appare sornione, fa qualche azione il keniano Timothy Kiplagat e si affacciano gli azzurri Eyob Faniel, Daniele Meucci e Yohanes Chiappinelli.
Mezza maratona: 1:05’03”
Si va avanti senza troppi sussulti a circa 3’05” al chilometro, con qualche allungo per la verità non troppo insistito, attività dove si distinguono l’ugandese Stephen Kissa e il ruandese d’Italia John Hakizimana. E così si transita in 1:01’36” al chilometro numero venti e in 1:05’03” a metà gara. Avanti in compagnia (almeno 25 in testa) fino al ventinovesimo chilometro.
L’attacco di Kiplangat
Quando tutti si aspettano un’azione da fartlek di Tamirat Tola, una maglia gialla, con azione muscolare potente, scombina le carte. È Viktor Kiplangat dell’Uganda, personale di 2:05’09”. Gli etiopi capiscono che non ci si può fidare: si accodano al giovane mezzofondista Leul Gebrselassie e Tamirat Tola, il giapponese Yamashita, l’altro ugandese Stephen Kissa. Da lì in poi la gara cambia volto: Gebrselassie parte in contropiede e prende un discreto vantaggio su Kiplangat, spariscono i keniani, clamorosamente Tamirat Tola arretra e, per la prima volta, appare a disagio. Ma non è finita, perché sul magnifico ponte sul Danubio è di nuovo Kiplangat a condurre le danze, e, innescando un mille in 2’48”, a guadagnarsi la prima posizione. Il finale è rocambolesco: Viktor Kiplangat, che addirittura colse i primi successi nella corsa in montagna in Italia, vincendo il Giir i Mont di Premana, resiste al caldo, alla sofferenza e trionfa in piazza degli Eroi in 2:08’53”. Leul Gebrselassie si ingobbisce e viene superato a cento metri dal traguardo dall’israeliano Maru Teferi, di etnìa Falasha, in 2:09’12”. Leul è terzo e si accascia all’arrivo. Commovente l’arrivo di Tebello Ramakongoana del Lesotho, quarto in 2:09’57”, che ha tentato il tutto per tutto pur di portare la prima medaglia mondiale al suo Paese dell’Africa australe.
Bene Meucci e Chiappinelli
Gli azzurri soffrono, ma trovano energie e grinta per cogliere piazzamenti ottimi: Daniele Meucci è decimo in 2:11’06”, personale stagionale: «Ringrazio la federazione, che ha creduto in me. Chiudere così a 37 anni è stata una grande cosa.» Yohannes Chiappinelli arriva immediatamente dietro di lui in 2:11’12”, soffrendo di un forte calo nel finale dopo aver dato prova di coraggio tattico. Peccato per il ritiro di Eyob Faniel.