Jacobs e Tamberi colpiscono ancora

Jacobs e Tamberi colpiscono ancora

23 Marzo, 2022
Foto FIDAL/Giancarlo Colombo

Sono passati alcuni giorni dalla fine dei Campionati Mondiali indoor che hanno trovato sede nel bellissimo impianto di Belgrado (Stark Arena). L’Italia ha fatto la sua figura andando a vincere l’oro nei 60 metri con Marcell Lamont Jacobs e il bronzo nell’alto con “Gimbo” Tamberi. In altre parole, riproponendo gli stessi primattori dei Giochi di Tokyo. Occorre ricordare, infatti, riguardo agli altri medagliati di Tokyo (Stano e Palmisano), che la marcia non è contemplata nelle gare al coperto, così come la 4×100, dove i nostri hanno si erano messi al collo quella più pregiata.

Marcell ha compiuto una vera e propria opera d’arte costruendo il suo successo con un giro per l’Europa e un passaggio in Italia (Ancona), per gli Assoluti, immacolato, senza sconfitte, con una sola pecca, una falsa partenza, proprio a Belgrado meno di due settimane prima della rassegna mondiale. Percorso netto. L’azzurro era andato nella capitale serba, con l’intento di testare la pista, il suo errato avvio, il primo in assoluto della sua carriera, gli è valso per capire come affrontare l’impegno, la pista stessa posata sull’impianto era una sorta di novità, giusto carpirne qualità e difetti. Jacobs nella giornata di sabato 19 è sceso tre volte in pista, migliorandosi ogni volta, fermando il cronometro dopo 6”41 (record europeo) e battendo di una “incollatura” Christian Coleman, il reprobo, che tornava dopo 18 mesi di squalifica per aver saltato tre controlli antidoping a sorpresa. Squalifica che gli aveva fatto saltare l’Olimpiade di Tokyo, dove sulla carta era uno dei grandi favoriti. Marcell ha così, cancellato, da noi non era affatto necessario, tutte le malelingue che trovavano assai strano che un perfetto sconosciuto avesse vinto i 100 di Tokyo. L’allievo di Camossi non pare affatto sazio e con il suo modo elegante di presentarsi davanti alle telecamere ha ammesso che sarà un’estate di fuoco: Mondiali (luglio) ed Europei (agosto). Non resta che attendere, molto tranquillamente, come lo stesso velocista, che pare la pubblicità dei nervi distesi (antico sport televisivo di 30 anni fa…) dimostra. Una delle sue armi migliori: la capacità di scatenare tutti i pistoni del suo motore da formula Uno, nelle finali. Tokyo e Belgrado docet!

Capitolo Gimbo. Tutto opposto il suo percorso. No, niente indoor, soleva dire. Poi più passava il tempo, l’adrenalina saliva, l’inverno senza sbocchi pareva lungo da affrontare nonostante un periodo al caldo a Mauritius. Stava per decidere che Ancona, il giardino di casa sua, poteva essere un tranquillo approdo invernale (Assoluti), ecco che arriva un invito per andare a buttare la palla in un cesto posato a molti metri da terra. Gimbo che di questo sport non solo è un appassionato, in realtà si considera un giocatore di basket, accetta, vola negli States e ci resta una settimana. Traduzione: stop agli allenamenti. Finito? Neppure per idea. La lucida follia di Gimbo lo convince di riprovare, senza allenamenti specifici. Arriva “solo” terzo, con 2,31. Da non credere