Nella corsa campestre le celeberrime tre effe: freddo, fango e fatica domenica scorsa a S. Vittore Olona dove si festeggiava la 90ª edizione della classicissima “Cinque Mulini” non si sono palesate.
Freddo? La colonnina di mercurio attorno alle 14 era stabilmente sopra i 15°.
Fango? Manco l’ombra. In Lombardia non piove da 2 mesi.
Fatica? Quella forse, ma non di certo nei primi arrivati, che dopo qualche istante avevano già un aspetto tutt’altro che affaticato.
A S. Vittore Olona il gotha della federazione non è mancato, dal presidente Stefano Mei ai consiglieri federali dell’opposizione e della maggioranza, ex atleti di caratura nazionale e non, e pure l’ex diablo del ciclismo Claudio Chiappucci che abita e vive da quelle parti, in tenuta da ciclista, dopo aver concluso un allenamento.
Tra i tecnici presenti anche il DT Antonio la Torre (The Tower) arrivato con l’intento di esplorare, analizzare, osservare le condizioni dei nostri siepisti: Ala e Osama Zoghlami, Abelwahed, Nadia Battocletti e le ragazze che hanno conquistato il titolo di campionesse d’Europa a Dublino lo scorso dicembre.
Chi sta nella stanza dei bottoni ha già annunciato che la corsa campestre quest’anno avrà “una corsia preferenziale”, visto che a dicembre a Venaria Reale, verranno organizzati gli Europei. Pertanto, a scanso equivoci, si cercherà di allestire delle formazioni in grado di primeggiare, come lo era stato nelle precedenti edizioni che hanno visto il nostro paese in veste di organizzatore: Ferrara, S. Giorgio su Legnano e Chia.
Fari dunque puntati sugli azzurri. Nadia Battocletti a parte (il suo ritiro, non inciderà per nulla sul resto della stagione) le altre ragazze hanno avuto, invece, i complimenti del DT, specie Anna Arnaudo, quinta, prima delle nostre. La ragazza piemontese unisce talento a voglia di soffrire e grande caparbietà, dimostrata lo scorso anno e in questo scorcio di stagione.
Qualche perplessità l’hanno invece palesato i due allievi di Gaspare Polizzi e quello di Vittorio Di Saverio. Per gli specialisti delle siepi la distanza della Cinque Mulini km 10 era difficile da digerire, però occorre dire che ci si attendeva un risultato migliore da loro. Sono stati preceduti da un ragazzo giovane, Luca Alfieri, 21 anni, lombardo che i prati di S. Vittore Olona li conosce bene avendo vinto nelle categorie giovanili. Alfieri che ha già vestito la maglia della nazionale nella corsa campestre a livello juniores ha mantenuto un certo vantaggio su atleti che hanno conquistato la finale olimpica, come A. Zoghlami e Abdelwahed. Luca Alfieri, scusate il bisticcio di parole, è stato l’alfiere azzurro in una giornata dove la marea africana ha fatto vedere cosa significa correre un cross. Ne eravamo convinti. Ogni tanto occorre fare un ripasso.
La corsa campestre prosegue nel secondo mese dell’anno domenica prossima l’appuntamento è sui prati di Villa Lagarina alle porte di Rovereto. Il 20 sotto un altro nome, rinasce il Cross di Alà dei Sardi. Una manifestazione che si disputa alle pendici del Monte Acuto, in un centro di 2000 anime che hanno nel loro dna la corsa che attraversa i campi.
Accadde oggi
Il 2 febbraio del 1974 a Christchruch (Nuova Zelanda) Filbert Bayi (Tanzania) stabilisce il nuovo primato del mondo dei 1500 in 3’32”2.