Dieci agosto del 1983

Dieci agosto del 1983

09 Agosto, 2023

I mesi di luglio e agosto per l’atletica sono mesi caldi, in tutti i sensi, quasi tutte le manifestazioni si disputano in questo periodo, con qualche anticipo a giugno (leggi Europei del prossimo anno a Roma), oppure anche all’inizio di settembre.
Un esempio: la data storica dell’atletica italiana: il 1º agosto (2021) quando Jacobs e Tamberi si abbracciarono vincenti ai Giochi di Tokyo. Di giornate storiche l’atletica azzurra ne ha vissute molte, ad esempio, il 5 agosto dello stesso anno, Massimo Stano tagliò vincitore il traguardo della 20 km di marcia e il giorno successivo il quartetto delle meraviglie composto da Patta, Jacobs, Desalu e Tortu vinse l’oro nella 4×100, con il record italiano di 37”50.

Il 10 agosto c’è una medaglia d’ argento da ricordare con caratteri indelebili nella storia dello sprint italiano. Il viaggio a ritroso nel tempo, ci riporta al 10 agosto del 1983, quaranta anni fa, nello stadio Olimpico di Helsinki, prima edizione dei Campionati Mondiali, voluti fortemente da Primo Nebiolo. Furono i campionati che videro l’oro di Alberto Cova nei 10 mila, nella volata rimasta nella storia ai danni di Schildauer e Kunze e Shahanga. Furono i campionati di Carl Lewis, primo nei 100 e nel lungo, di Liudmila Kratochvilova con la doppietta 400 e 800, furono anche i campionati di Pietro Mennea, terzo nei 200 a 31 anni con 20”51. Fu pure l’anno dell’argento azzurro nella 4×100 con Tilli, Simionato, Pavoni e Mennea con il crono di 38”37, dietro agli imprendibili yankee, nell’occasione non sbagliarono i cambi, s’imposero in 37”86. Leggetevi i nomi: Emmit King, Willie Gault, Calvin Smith e Carl Lewis.

Il “colpevole” del ricordo è stato Stefano Tilli che in occasione dei campionati italiani a Molfetta (pranzo domenicale tra noi aficionados dell’atletica) ha mostrato ai presenti una foto che tiene gelosamente nel suo smarthphone, nella quale si vede un cambio “schiacciato” tra Pavoni e Mennea. Pietro era, da sempre, l’uomo copertina dell’atletica italiana, paginate di quotidiani (i social non esistevano…) parlavano delle sue proverbiali rimonte, i vari Pavoni e Simionato soffrivano queste situazioni, Pietro, invece, ne traeva “beneficio”. Più si alteravano i componenti della staffetta, più forte andavano. Vinsero, subito dopo i Mondiali, se non andiamo errati la Coppa Europa a Londra, i Giochi del Mediterraneo e via dicendo. Il primato italiano della 4×100 fu battuto a Barcellona da Donati, Collio, Di Gregorio e Checcucci con 38”17 il 1º agosto del 2010, con l’argento ai Campionati Europei.