Di solito succede senza che ci si accorga di nulla. Ci si alza con un po’ di tachicardia, stanchi, senza voglia di allenarsi. Si è di cattivo umore, si rende poco sul lavoro e poi, inevitabilmente, arrivano gli acciacchi. Finché o si rinuncia alla gara tanto ben preparata, o è il corpo stesso a fermarci.
Perché accade ciò? Principalmente perché abbiamo chiesto troppo al nostro organismo. Tutto questo è noto scientificamente come “sindrome da superallenamento”, il tema affrontato da Luca Speciani su Correre di agosto.
Non la solita stanchezza
“Quando cadiamo nella sindrome da superallenamento – spiega Speciani – tornare indietro non è facile. Come fare a distinguere un normale affaticamento dalla sindrome da superallenamento?
L’esaurimento del cortisolo non si limita a una generica sensazione di spossatezza, ma lascia prostrati, deboli e incapaci di reagire agli stimoli per un periodo continuo piuttosto prolungato, in cui ci si alza già affaticati e col cuore che batte forte.”
Cause, prevenzione, cura
“Nel caso del superallenamento – prosegue Speciani – il surrene non riesce più a produrre cortisolo in quantità adeguata a quanto richiesto da un carico sportivo ed extra-sportivo esagerato. Se poi si pensa che il surrene secerne anche steroidi sessuali, mineralcorticoidi (ritenzione idrica) e adrenalina (l’ormone della risposta immediata al pericolo) possiamo farci un quadro più preciso della condizione.”
“Gli esami del sangue aiutano a capire che qualcosa non sta funzionando a dovere.
Quando la patologia è già in atto e il sistema immunitario perde colpi è possibile integrare con zinco e rame, echinacea o altro. È però fondamentale che l’alimentazione sia ricca e variata. Il non rispetto di questi parametri riduce l’attività surrenale e può sfociare in patologia da superallenamento.”
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “La sindrome da overtraining”, di Luca Speciani, pubblicato su Correre n. 418, agosto 2019 (in edicola a inizio mese), alle pagine 44-45.