Possiamo considerare le corse campestri anche come un valido ciclo di potenziamento muscolare? Quanto del lavoro fatto per le gare nel fango può essere sfruttato per le tabelle successive con cui cominciamo a preparare gli appuntamenti di primavera?
“Siamo agli inizi di febbraio e molti runner sono ancora impegnati nella pratica delle campestri: qualcuno ha deciso di preparare un ciclo di finalizzazione per queste competizioni, altri, semplicemente, le affrontano per la voglia di un diversivo o hanno deciso di introdurre un paio di prove giusto per “sentire” le gambe impegnate nei tosti percorsi dei cross.”
Come proseguire quindi, per i prossimi mesi? Possiamo considerare le campestri come un valido ciclo di potenziamento muscolare? Quanto si può realmente sfruttare il beneficio dei cross per le nostre tabelle successive? Come programmare, quindi, i prossimi 3 mesi di febbraio, marzo e aprile?”
Questo il “piano dell’opera” affrontato da Lorenzo Falco su Correre di febbraio.
Potenziamento, il tesoretto del cross
Al termine del suo intervento, l’allenatore sintetizza che la risposta è “sì”, “Le campestri sono un valido mezzo di allenamento per mantenere la tensione agonistica anche durante la pausa invernale: qualche podista può sfruttare il potenziamento generato da esse per inserire qualche prova su distanze corte, nel breve periodo, entro le 5 settimane dal termine del ciclo di cross” e conclude con un suggerimento: “Fate una scelta in relazione alle vostre attitudini, tenendo conto che ciò che otterrete in primavera lo avete costruito a febbraio e a marzo.”
Dalla campestre alla 10 km su strada
Lungo le cinque pagine del servizio, Falco ha modo di entrare nelle modalità di passaggio dal cross alle classiche distanze delle corse su strada, quelle in cui si tufferanno molti nostri lettori.
“Avete scelto una 10 km, ad esempio, nella seconda settimana di marzo? Se dal periodo invernale avete conservato le qualità tipiche del podista che si cimenta sui10 km (velocità di base, tenuta muscolare, magari generata dalle campestri o da qualche settimana dedicata al potenziamento specifico) non vi serviranno più di 6 settimane per arrivare all’obiettivo”.
Quali mezzi di allenamento preferire nelle singole settimane? Come inserire gli allenamenti nel corso delle settimane? Sono queste le tematiche che Falco sviluppa con dovizia di consigli prima di concludere il capitolo 10 km con questa osservazione: “Se terminate bene la gara, rifiatate un paio di settimane, mantenete con qualche breve seduta di qualità e rimettevi in gioco su un’altra competizione: la condizione vi “rimane nelle gambe” per 3 settimane, un mese al massimo. Sfruttatela.”
Verso le distanze più lunghe
Il lungo dossier tecnico passa poi a guidare il runner verso lo sviluppo dalla 10 km alla mezza maratona mentre un capitolo a parte è dedicato a chi vuole partecipare a una maratona in primavera: “Se volete correre una maratona a maggio, la vostra preparazione dovrà essere già partita a fine gennaio, per una corretta scansione delle settimane.”
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Verso i prossimi obiettivi”, di Lorenzo Falco, pubblicato su Correre n. 424, febbraio 2020 (in edicola da inizio mese), alle pagine 38-44.