Tentazioni e pericolo dipendenza, il piacere di un bicchiere ogni tanto e il rischio che un’abitudine considerata innocua (ad esempio: una birra dopo un lungo allenamento) finisca col tempo per mettere in moto meccanismi di ingrassamento.
“Il corridore che beve vino o altri alcolici con una certa frequenza corre il rischio di ingrassare a causa di questa abitudine? Quanti di noi, dopo un trail lungo, non cedono alle lusinghe di un buon boccale di birra? Si può? Non si può? Fa ingrassare? Chi pensa che il consumo di alcol abbia effetti negativi sul nostro stato di forma per il suo alto contenuto calorico è fuori strada. Se è vero che 1 g di alcol vale 7 kcal (più vicino dunque alle 9 kcal di un grasso che alle 4 kcal di uno zucchero), lo è anche che, se l’effetto fosse solo quello, gli alcolizzati cronici sarebbero tutti obesi, il che non è. Spesso infatti i fenomeni tossici, anti-nutrizionali e di alterazione della regolazione ipotalamica, diventano determinanti nell’indurre deperimento nel tossicodipendente da alcol. A me, tuttavia, preme capire perché il bevitore abituale non tossicodipendente ingrassi.”
Con questa premessa, Luca Speciani introduce il tema del rapporto tra corsa e alcol, trattato in sei pagine su Correre di febbraio.
Che cosa fa ingrassare
“Oltre al grasso – precisa il medico nutrizionista -, l’eccesso di alcol genera anche tossicità epatica. Ma da dove viene l’accumulo di adipe, visto che (in assenza di zucchero, come potrebbe avvenire con un aperitivo o con un superalcolico) il meccanismo dell’insulina non viene scatenato in risposta al bicchiere di vino (o almeno non nell’immediato, come succede con una bibita o con un caffè zuccherato)? La risposta è complessa, ma di notevole interesse. Gli ormoni e le citochine che rispondono all’assunzione di alcol fanno parte di 5 assi diversi, tra loro correlati: dopamina, galanina, ghrelina, resistina, resistenza leptinica.”
La spiegazione delle interazioni con l’alcol di queste sostanze, dal notevole potere regolatorio, è il cuore di questo contenuto, in cui si approfondisce il ruolo della dopamina (il piacere della ricompensa), della resistenza leptinica e della resistina (che rallentano il metabolismo e inducono ingrassamento con l’innalzamento della resistenza all’insulina), il rapporto tra alcol e galanina (un neuropeptide che incide sulle scelte alimentari), la cui produzione risulterebbe determinata geneticamente.
La ghrelina, chiave di tutto
“L’ormone base nell’induzione all’ingrassamento da alcol pare tuttavia essere la ghrelina, enterochina gastrica in grado da un lato di stimolare l’appetito quando lo stomaco è vuoto, dall’altro di rallentare il metabolismo attraverso lo stimolo alla secrezione neuronale di Agrp, una proteina “rallentante”. Più sono alti i livelli dell’ormone, più è forte la voglia di bere”, conclude Speciani nel suo dossire cui fa da compendio il contributo di Lyda Bottino sui consigli pratici per non privarsi del piacere di un bicchiere ogni tanto preservando risultati sportivi e benessere generale.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Il prezzo di un bicchiere”, di Luca Speciani e Lyda Bottino, pubblicato su Correre n. 424, febbraio 2020 (in edicola da inizio mese), alle pagine 70-75.