Correre più forte e più a lungo grazie al risparmio delle energie

Correre più forte e più a lungo grazie al risparmio delle energie

Foto: 123 rf

La gara non è andata così bene come gli allenamenti lasciavano prevedere? Per evitare che il problema si ripeta, su Correre di gennaio Orlando Pizzolato suggerisce alcuni allenamenti specifici, focalizzati sul miglioramento della resistenza di base, grazie ai quali possiamo aumentare la nostra efficienza in gara. 

Quante volte sarà capitato, a noi o ai nostri amici, di rimanere delusi perché la gara non è andata così bene come gli allenamenti lasciavano prevedere? 

“Spesso, in questi casi, il mancato rendimento agonistico viene imputato all’incapacità della mente di controllare il corpo, attribuendo così questa carenza ad aspetti psicologici. È preferibile attaccarsi a questo aspetto, alquanto insondabile, piuttosto che cercare la più probabile delle cause, riscontrabile invece nella mancanza di adeguata risposta fisica”.

Gli stimoli allenanti

Con questa premessa, su Correre di gennaio Orlando Pizzolato indica i lavori più utili per migliorare la resistenza di base spiegando prima perché essa sia responsabile dei “conti che non tornano”.

“Per essere sul traguardo con un tempo che rispecchi il proprio potenziale atletico, la preparazione deve aver prodotto adeguati adattamenti fisiologici. Non è sufficiente aver svolto gli allenamenti della tabella se manca l’adeguata risposta del corpo. Io definisco allenamento quello stimolo che “disturba l’organismo”, tanto da determinarne una evidente reazione. Non rappresenta certo uno stimolo allenante una corsa di 10 km per un podista che ne percorre mediamente 15. Uno stimolo ha un’azione allenante se supera lo stato di equilibrio del corpo. Per allenarsi è quindi necessario causare una deformazione del sistema fisiologico dell’atleta. Questo è ciò che avviene quando un podista si sottopone a sedute di particolare carico: è il caso, ad esempio, di un allenamento di 10 volte 1.000 m in 4’, con 2’ di pausa. Questo amatore ambisce giustamente a correre una gara di 10 km in 40’, ma se ciò non avviene è perché il corpo – nonostante gli stimoli indotti dalle 10 prove di 1 km – non ha reagito con gli adeguati adattamenti. «Io ho fatto quel che era in tabella» afferma il corridore in questione, per legittimare la bontà del suo impegno e dello sforzo sostenuto.”

Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Risparmiamo le energie”, di Orlando Pizzolato, pubblicato su Correre n. 447, gennaio 2022 (in edicola da inizio mese), alle pagine 32-34.

 

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