L’atteggiamento mentale è fondamentale per correre al meglio. Durante la preparazione di una gara, però, è molto facile patire la fatica legata ad alcuni tipi di lavoro. Qualche consiglio per superarla al meglio.
Mantenere vivo l’interesse
È fondamentale avere un interesse da perseguire, perché il piacere di correre, che si avverte di più quando si svolgono allenamenti rilassati, sia tale anche quando si ha in tabella una seduta poco apprezzata. Puntare a una gara specifica è già di per sé un forte stimolo.
Focus sulle singole azioni
Difficilmente la fatica è una sensazione che rende attraente il lavoro che si sta svolgendo, quindi si può decidere di orientare il proprio interesse su vari altri aspetti che compongono l’azione in corso.
Gli elementi su cui è più semplice concentrarsi sono i gesti compiuti dal proprio corpo, come il movimento delle braccia, il contatto dei piedi a terra, l’espandersi della gabbia toracica. Queste azioni possono tuttavia risultare anche troppo complesse se la disponibilità di attenzione mentale è ridotta. In questi casi è sufficiente interessarsi a parti del corpo ancora più piccole, come ad esempio alla posizione delle dita delle mani, perché trattandosi di un’area corporea ridotta l’attenzione si fa più mirata.
Le braccia dei giapponesi
Se questi suggerimenti possono apparire scontati, pensate che in Giappone ci sono allenatori di maratoneti di alto livello che, prima di avviare i propri atleti a un ciclo di carico elevato, li sottopongono a uscite di decine di chilometri (fino a 60!) da percorrere camminando con il pensiero rivolto solo al perfetto movimento delle braccia, per evitare ogni minuscola dispersione di energia!
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Concentrarsi per conoscersi”, di Orlando Pizzolato, pubblicato su Correre n. 406, agosto 2018 (in edicola a inizio agosto), alle pagine 24-26.