Tutte le fasi e gli step da seguire per approfittare al massimo del lavoro svolto e far durare nel tempo i propri miglioramenti. Anche in assenza di gare. Ecco le indicazioni in merito di Orlando Pizzolato.
I motivi che impediscono a un podista di esprimere in gara il massimo potenziale emerso in allenamento sono diversi e, spesso, la mancata correlazione tra possibilità e prestazione va ricercata nella mancanza di adattamenti fisiologici. Più uno stimolo si ripete e maggiori sono gli adattamenti, chiarisce Orlando Pizzolato, che aggiunge “Va bene svolgere una seduta di 8×1.000 m per innalzare la soglia anaerobica o un lunghissimo di 30 km per migliorare la tenuta strutturale, ma sostenere una sola volta questo tipo di allenamenti non comporta adeguamenti ottimali”.
Il metodo Jerry Schumacher
La condizione di forma migliora per fasi, con progressi contenuti nella prima parte della preparazione e incrementi rilevanti all’avvicinarsi del periodo agonistico, prosegue Pizzolato. Nella prima fase della preparazione, quando si lavora per ricercare un’alta efficienza aerobica, le sedute vanno ripetute più volte: la corsa lunga, i medi, le ripetute alla soglia e anche le esercitazioni per la forza muscolare specifica (le salite).
A titolo di esempio, Pizzolato indica il ciclo di lavoro di costruzione del coach statunitense Jerry Schumacher (allenatore, fra gli altri, del siepista argento olimpico Evan Jager e della primatista americana di 1.500 e 5.000 m Shelby Houlihan), per i cui dettagli vi rimandiamo a Correre di dicembre.
Sfruttare la mancanza di gare
Tornando sul “pianeta amatori”, prosegue Pizzolato, si potrebbe sfruttare questo periodo condizionato dalla mancanza di gare per lavorare sugli adattamenti fisiologici di base: se l’obiettivo è completare una 10 km in 45’ sarà necessario effettuare spesso sessioni in cui si corre tra i 4’25”/km e i 4’35”/km, assemblando distanze varie all’interno della stessa seduta.
In conclusione dell’articolo, l’ultima raccomandazione di Pizzolato: non sarà sufficiente aver svolto un singolo buon allenamento, servono diverse sollecitazioni analoghe perché nell’organismo si instaurino adattamenti fisiologici.
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi del servizio “Sugli adattamenti e come consolidarli”, di Orlando Pizzolato, pubblicato su Correre n. 434, dicembre 2020 (in edicola a inizio mese), alle pagine 24-26.