Terzo e conclusivo episodio dell’indagine di Fabrizio Angelini sul ruolo dei grassi come fonte energetica di qualità. A quale tipo di runner e di performance possono effettivamente essere utili le diete “Low carb-high fat”?
“Dieta chetogenica” è una delle voci più “gettonate” del mondo del running nel 2022. Questo perché è diventata sinonimo soprattutto di dimagrimento sicuro. La usano in molti, non tutti consapevoli di quali processi fisiologici ci siano dietro. Su Correre di novembre, il tema incrocia l’attenzione di Fabrizio Angelini, che ne fornisce un’esauriente spiegazione per poi cercare di rispondere alla domanda: “A quale tipo di runner e di performance possono effettivamente essere utili le diete “Low carb-high fat”?”
I grassi come fonte di energia
“Con l’esperienza – scrive Angelini – mi sono infatti convinto che l’utilizzo dei grassi come fonte di energia dovrebbe essere una soluzione da adottare in presenza di uno sforzo aerobico a bassa o media intensità e in soggetti adattati; molti studi hanno analizzato questo tipo di strategie su atleti ben allenati e tutte queste ricerche sono abbastanza concordi sul fatto che la dieta chetogenica possa portare, in soggetti con buona “compliance”, a una perdita di peso e a un miglioramento della composizione corporea e anche a un miglioramento, ad esempio, del consumo massimo di ossigeno VO2 max, ma in questo caso ci si pone il dubbio che questo miglioramento non sia piuttosto dovuto al fatto che l’atleta è diventato più leggero e quindi disponga di una migliore bio-meccanica. Se invece si innalza l’intensità dell’allenamento, quasi tutti gli studi concordano sulla mancanza di un miglioramento della performance negli atleti “in Keto” e suggeriscono come il carburante da preferire in questa tipologia di sforzo fisico siano ancora i carboidrati.”
Nota: Questo testo rappresenta una sintesi dell’articolo: “Dalla zona alla chetogenica” di Fabrizio Angelini, (pagine 66-69), pubblicato su Correre n. 457, novembre 2022 (in edicola da inizio mese).