Correre di febbraio 2018 è il numero 400 della nostra rivista: 400 numeri in 37 anni. 37 anni quasi esatti: dal 23 marzo 1981 dell’uscita in edicola del numero uno a questo febbraio 2018. Inevitabile, da parte nostra, chiedersi “cos’è cambiato?”, rispondersi “molte cose”, commentare “meno male” o “purtroppo”, a seconda degli ugualmente rispettabili punti di vista. Per capire cosa sia cambiato nella passione degli italiani per la corsa e come sia cambiato il mondo del running italiano, Correre propone ai propri lettori un confronto di parole e immagini, in un servizio che occupa 12 pagine nella prima parte del mensile, un servizio dal titolo volutamente provocatorio: “Da sfigati a fighi”, che comprende anche un analisi su come è cambiata la conoscenza nei settori fondamentali dell’alimentazione e dell’allenamento. Questo lavoro è stato coordinato da Chiara Collivignarelli e Cristina Aramini e ha potuto contare sugli interventi di Fabio Marri, Giorgio Rondelli e Luca Speciani.
Da sfigati a fighi
“Sfigati” ci consideravano e quando ci vedevano correre non potevano fare a meno di comunicarci il loro sprezzante stupore urlando «A lavurà!» e «Dai, Mennea!» o ritmando un beffardo «hop, hop, hop».
“Fighi” ci vedono oggi e un po’ rode loro, perché dentro sanno che correre fa bene, ma soprattutto che correre è bello, come nel titolo di quel primo manuale dell’indimenticabile Enrico Arcelli.
Al centro della riflessione su cosa è cambiato nel mondo della corsa abbiamo messo questo ribaltamento totale dell’opinione di chi non corre. La nostra opinione, infatti, è che più di tutto sia cambiata la considerazione che i non corridori hanno di chi corre. La popolazione che corre è aumentare da quando ha cominciato a cambiare la percezione che della corsa hanno quelli che non corrono. Questo, a noi di Correre, è sembrato l’elemento portante tra le cause del cambiamento, del passaggio “da sfigati a fighi” intervenuto nell’opinione pubblica e generato dalla comunicazione degli effetti-salute e bellezza, che sta a monte dello sviluppo della presenza femminile. Senza dimenticare il sostegno al cambiamento fornito dagli episodi Baldini e Zanardi e anche quello dei VIP corridori, cui furono dedicate tutte le copertine di Correre dell’anno 2000.