Zona Mista – Speciale Europei: Italians ovvero italiani

Zona Mista – Speciale Europei: Italians ovvero italiani

10 Luglio, 2016

Quattro salti in paradiso. Quattro balzi perfetti. Quattro formalità. Quattro ragioni per sperare in un altro oro tra un mese. Gianmarco Tamberi è entrato in pedana con i pantaloncini bianchi da basket aveva come sempre la barba rasata a metà ha saltato 2,19, poi 2,24, 2,29, 2,32 tutte alla prima prova. Gli altri a 2,29 hanno litigato e non poco con l’asticella. Dopo un’ora di gara, è rimasto solo, con l’oro in tasca ha fatto posizionare l’asticella a 2,40 sbagliando i tre tentativi, ma da quel grande istrione che è riuscito a convogliare su di se tutte le attenzioni del pubblico che nelle tre prove a disposizione lo ha esaltato con il battito ritmato delle mani.

Uno showman che fa molto, ma molto bene alla nostra atletica. Intervistato al termine ha ammaliato il pubblico con un inglese “easy” concluso con un “I love you” indirizzato al pubblico. Gimbo ha stretto migliaia di mani aveva come obiettivo 2,40 ma ha perso la concentrazione dopo che si era aggiudicato il titolo europeo che arriva dopo il mondiale di Portland al coperto. La strada per Rio è ben tracciata, dovrebbe saltare a Montecarlo, ma per un problemino alla schiena potrebbe anche rinunciare.

Ci teneva moltissimo Libania Grenot a portarsi a casa un’altra medaglia dopo l’oro nei 400. Ha colto l’obiettivo nella staffetta 4×400 con Chicgbolu, Spacca, Bazzoni. Libania è stata capace di una rimonta incredibile, dopo aver corso un 400 da spettacolo. La cura Loren Segrave sta dando risultati insperati. Adesso Rio con il sogno non impossibile di una finale.

E già che ci siamo un plauso lo merita Ayomide Folorunso, quarta nel giro di pista con ostacoli, l’azzurra non ancora ventenne alla sua prima esperienza nella categoria assoluta, ha corso una gara esemplare. Per la serie “noi giovani” segnaliamo anche l’ottavo posto di Yemane Crippa nei 5000. La staffetta 4×400 come sempre ha chiuso i campionati e come sempre un velo di tristezza cala su chi li ha vissuti come atleta, come dirigente, come tecnico, come spettatore o come “vil razza dannata”.