Zona mista – Ma… il futuro è tutto qui?

Zona mista – Ma… il futuro è tutto qui?

29 Luglio, 2014

È iniziato come un borbottio lontano. Poi è cresciuto. Nel corso della giornata di lunedì 28 luglio si è fatto ancora più insistente. Cosa, direte voi? Ma la dichiarazione di Stefano Baldini dopo i Mondiali juniores conclusisi domenica notte a Eugene nell’Oregon. Su 49 azzurrini, purtroppo, neppure un alloro. Quattro anni fa, a ridosso di Barcellona (Europei) l’astista Stecchi (figlio d’arte) arrivò a medaglia. Dissero: “avrà un futuro”. Che fine avrà fatto? Questa volta il miglior risultato è arrivato da un saltafossi alto poco di più che una barriera, Yohannes Chiappinelli, sesto nei 3000 siepi, in evidenza anche Ragonesi nel disco, Erika Furlani nell’alto e Ayomide Forolunso nei 400 hs. Attenzione: di questi quatto, tre sono “nuovi italiani”, la nuova generazione di ragazzi nati in Italia da genitori stranieri, oppure adottati in tenera età. Pare siano questi gli atleti che ci porteranno a Rio 2016. Ma il cammino è tutt’altro che facile. Vi faccio un esempio: Yema Crippa si è classificato 10º nella finale nei 1.500 m, dopo aver raggiunto l’obiettivo con il quarto miglior tempo e con il personal best di 3’43”44. Yema, nato in Etiopia, è arrivato da noi in tenera età, è considerato una gran bella speranza nel mezzofondo, che però vedrei meglio tra un paio d’anni sui 5.000 m. Il trentino è al primo anno junior e, già da allievo, ha conquistato la maglia azzurra sia sui prati (europei e mondiali di cross), è nato nell’ottobre del 1996, pertanto non ha ancora raggiunto i 18 anni. Toglietevi una soddisfazione: andate a controllare i tempi che facevano Mei o Di Napoli alla sua età e confrontateli con quelli di Crippa. Tornando a Baldini, è abbastanza normale che sostenga che la spedizione azzurra in Usa la consideri positiva. Spetta agli appassionati, ai competenti del nostro mondo e agli addetti ai lavori, dimostrare il contrario. Ad ogni buon conto, visto che parliamo di mezzofondo, quando vedrò in Italia tempi attorno a 3’35” (1.500 m), 13’20” (5.000 m), under 28′ nei 10.000 m si potrà parlare di speranze almeno in campo europeo, perchè nel mondo siamo molto più indietro. Il prossimo week end il meeting di Pergine ci svelerà le condizioni di alcuni azzurri: leggi Howe. Nel frattempo Alessia Trost non pare in condizioni di altre stagioni, dopo l’1,90 di Rovereto, un passo indietro ai campionati iberici. Ci sentiamo dopo Pergine. Nel frattempo iniziate a sgranocchiare qualche tavoletta di cioccolato svizzero.