Zona mista: Amsterdam… arriviamo!

Zona mista: Amsterdam… arriviamo!

28 Giugno, 2016

La squadra c’è. Sostanziosa. Con ottimi elementi. L’Europa è la nostra terra di conquista. Le Olimpiadi e i Mondiali sono tutta un’altra cosa. Appuntamenti non di certo irraggiungibili, almeno per taluni, ma i campionati continentali sono più alla nostra portata. Andiamo ad Amsterdam (l’estensore di queste note dalla capitale olandese promette una “Zona mista “ quotidiana) con piglio giusto, mostrato lo scorso fine settimana in quel di Rieti agli “Assoluti”.

Siamo forti di una formazione di 75 elementi (40 uomini e 35 donne), con tante frecce al nostro arco. L’ultima edizione, due anni fa al Letzigrund di Zurigo, dove l’Italia colse tre allori: Libania Grenot nei 400, Daniele Meucci in maratona e Valeria Straneo sempre in maratona, ma in questo caso solo argento.

Partiamo dagli uomini. Gimbo e chi se no? Jacobs nel lungo, perché non ci credete? La stessa Libania per quale motivo non dovrebbe ripetersi? E la Hooper nei 200, avete visto che lanciato che ha? Non c’è la maratona, ma la mezza con Meucci, La Rosa e Pertile, il trio delle meraviglie e tra le donne, Anna Carmela Incerti, su Valeria Straneo mettiamoci un punto interrogativo. Forse che sì, forse che no. Poi l’oggetto dei desideri di tutti i tapascioni italiani, pardon runners, che si identificano con lei: Catherine Bertone, anni 44 medico, che stuzzica un po’ tutti gli “inviati vil razza dannata” un certo interesse giornalistico.

Non scordiamoci i velocisti, le nuove facce, come quelle di Faustino Desalu o di Filippo Tortu. Chissà che staffetta! Purtroppo sono spariti i triplisti. I nostri Donato, Greco e Schembri restano in patria. Acciaccati, come Fassinotti nell’alto e pure Chesani. La sensazione è di trovarci di fronte a una spedizione giovane, allegra, con voglia di fare, molti dei protagonisti sono italiani di seconda generazione. Meglio così. Si deve stare al passo con i tempi, la gioia di esserci delle varie Folorunso, Chigbolu e Crippa (tanto per fare qualche nome) sono significativi di un mondo che cambia.

Inutile rinchiuderci tra quattro confini e poi mai come in questo periodo l’atletica ha bisogno di aria fresca. Proprio così, la marcia non c’è, le specialità 20 e 50 e 10 km donne non sono contemplate nel panorama delle gare. Forse questa volta si potrà parlate solo di corse, lanci e salti. Forse…