Salto triplo: Dallavalle e Ihemeje in finale

Salto triplo: Dallavalle e Ihemeje in finale

22 Luglio, 2022
Foto Francesca Grana

Come un anno fa a Tokyo, i due azzurri hanno conquistato l’accesso alla finale del salto triplo. Il tutto nel giorno dell’apoteosi della velocità, con le vittorie sui 200 m di Noah Lyles (19”31) e Sherika Jackson (21”45), a pochi centesimi dai rispettivi record del mondo.

All’Hayward Field va in scena l’apoteosi della velocità: nella finale dei 200 m Noah Lyles corre in 19”31 (vento +0.4), terza prestazione mondiale all-time, a dodici centesimi di secondo dal record di Usain Bolt (19”19, Berlino 2009).

Meglio ancora fanno le donne, visto che il tempo della vincitrice dei 200 m, il 21”45 (+0,6) della giamaicana Sherika Jackson, è la seconda miglior prestazione di tutti i tempi, dietro al discusso record mondiale (21”34/ Seoul ’88) di Florence Griffith-Joyner, scomparsa il 21 settembre 1998.

Finale per Dallavalle e Ihemeje

Nella pedana del triplo va in scena una qualificazione-fotocopia di quella dei Giochi olimpici di Tokyo: Emmanuel Ihemeje ottiene 17,13 m (vento +1.1) al terzo salto e si classifica terzo nel complesso della qualificazione; Andrea Dallavalle raggiunge 16,86 m (+0.7) al primo salto e si classifica settimo, mentre Tobia Bocchi, che ai Giochi olimpici risultò il primo degli esclusi dalla finale (13°), questa volta è quindicesimo con 16,58 (+0,2), a soli 10 centimetri dalla qualificazione.

800 m: avanti Bellò, Tecuceanu fuori dalla finale

Si ferma alla semifinale la partecipazione ai Mondiali di Catilin Tecuceanu, che dopo il primato personale (1’44”83) ottenuto in batteria, chiude al quarto posto la semifinale 2 in 1’46”31.
Approda, invece, alla semifinale Elena Bellò, in virtù del ripescaggio da parte della giuria (toccata poco prima del rettilineo d’arrivo, incespica e perde il contatto con la testa: danneggiamento evidente).

Foto: Francesca Grana


Le finali della sesta giornata

All’Hayward Field di Eugene è risorta la specialità dei 200 m. Sul mezzo giro di pista i record sembravano destinati a diventare fossili: il 19”19 di Usain Bolt ai Mondiali di Berlino 2009, ma soprattutto il mostruoso (per l’epoca) 21”34 con cui la statunitense Florence Griffith-Joyner dominò la finale dei Giochi olimpici di Seoul.

Più ancora di quanto non accada oggi, all’epoca era difficile per l’anti-doping tenere il passo dell’evoluzione della chimica al servizio dello sport, specie se l’atleta da controllare apparteneva a una federazione di atletica con forte peso politico: la Griffith si giustificò decantando le doti degli aminoacidi a catena ramificata, ma quale fosse la reale origine della sua incredibile muscolatura è destinato a rimanere un mistero, anche alla luce del fatto che l’atleta è prematuramente scomparsa il 21 settembre 1998.
Nel caso degli uomini, va invece notato che i record dei 200 metri piani tendono storicamente a essere longevi; solo quattro, infatti, sono i detentori in 54 anni: Tommie Smith (1968), Pietro Mennea (1979), Michael Johnson (1996) e infine Usain Bolt dal 2009.

200 m uomini –

  1. Noah Lyles (USA), 19”31 (vento +0.4);
  2. Kenneth Bednarek (USA), 19”77;
  3. Erriyon Knighton (USA), 19”80;

200 m donne –

  1. Sherika Jackson (JAM), 21”45 (+0,6);
  2. Shelly-Ann Fraser-Pryce (JAM), 21”81;
  3. Dina Asher-Smith (JAM), 22”02;

Gli azzurri in gara

Per quanto inutile, da conservare nella memoria è il rettilineo finale di Catilin Tecuceanu, quando è passato da ultimo a quarto con una rimonta da film, che agli appassionati di una certa età può aver ricordato gli ultimi 50 metri di Mennea nella finale dei 200 m ai Giochi di Mosca 1980; dopo il primato personale ottenuto il giorno prima in batteria (1’44”83), Tecuceanu ha mostrato di soffrire troppo la progressione innestata dagli avversari nel rettilineo opposto e ha chiuso in 1’46”31.

Foto: Francesca Grana

A parti invertite rispetto alla semifinale dei 1.500 m, dov’era stata Gaia Sabattini a farsi squalificare per le sportellate nel rettilineo finale, questa volta è Elena Bellò a venire danneggiata in modo evidente dalla caduta dell’australiana Catriona Bisset, al punto da perdere il contatto con la testa della gara. Per questo, la giuria l’ha ammessa di diritto alla semifinale.

800 m uomini / Semifinali – 4°/semifinale 2, Catilin Tecuceanu, 1’46”31
800 m donne / Batterie – Elena Bellò, 6°/batteria 2, 2’02”78 (ammessa alla semifinale per evidente
danneggiamento).

Triplo uomini / Qualificazione

Emmanuel Ihemeje, 17,13 m (vento +1.1);

Andrea Dallavalle, 16,86 m (+0.7);

Tobia Bocchi, 16,58 m (+0,2).