Zona mista – Nella maratona europea delle donne il Brasile siamo noi

Zona mista – Nella maratona europea delle donne il Brasile siamo noi

01 Luglio, 2014

Prima che “Zona mista” si prenda un paio di settimane di stop per ritornare dopo gli assoluti di Rovereto (18-20 luglio), si annota che in questo week end non ci sono stati argomenti eclatanti da riscontrare.

Andiamo, allora, col passo corto e prudente degli appunti.

Il primo: i regionali hanno comunque rimesso in carreggiata “europea” Andrew Howe con un 20”78 nei 200 m.

Il secondo: sta per ripartire il Gran Barnum della Diamond League (mercoledì) con un piatto assai succulento come il ritorno di Tyson Gay a quasi un anno esatto dalla sua squalifica per doping (tra l’altro se la vedrà nei 100 m con Justyn Gatlin), e un altro “come back” di sicuro effetto: quello di Yohan Blake, che si schiererà nei 200 m.

L’argomento che, però, avevo in punta di penna da qualche tempo è quello riguardante i maratoneti azzurri. Già selezionati per gli Europei di Zurigo, in questo momento stanno affrontando gli allenamenti nella speranza di poter cogliere nel segno.

Partiamo dalle donne. Non solo per cavalleria, ma anche perché ne sono convinti un po’ tutti, in primis il sottoscritto, che le ragazze (ma se il termine appare improprio, allora chiamiamole signore) faranno fino in fondo il loro dovere e andranno a segno. Valeria Straneo, tutti gli scongiuri sono concessi, è da podio… alto. Per non parlare di Anna Incerti, campionessa d’Europa uscente (dopo le due squalifiche per doping delle avversarie che l’hanno preceduta), oppure di Emma Quaglia, indomito medico genovese, passando poi, di rincalzo, scusate il termine poco appropriato, a citare Deborah Toniolo Rosalba Console, quest’ultima forse tra le più esperte, già in azzurro ai Mondiali di Parigi 2003. Infine Nadia Ejjafini, che ora veste la maglia azzurra (conosce l’inno di Mameli?), che in passato ha già vestito la maglia del Marocco, dove è nata, quella del Bahrein, e ora il tricolore, avendo sposato un nostro connazionale. Particolare non indifferente, con l’unica eccezione di Emma Quaglia, le nostre signore sono mamme anche di più di un figlio. Rosalba Console ha sposato il maratoneta Daniele Caimmi, mentre Deborah Toniolo ha impalmato il collega Giovanni Ruggiero. Maratona all’ennesima potenza. Quarantadue chilometri come se piovesse. Mi aspetto da lor signore a Zurigo una prestazione di rilievo, sia individualmente sia a squadre.

Capitolo uomini. La questione è molto, ma molto più complicata. Daniele Meucci è la nostra punta: non un vincente. Il ragazzo che dà il meglio di se in rimonta, forte di un 27’36” nei 10.000 m fermato a maggio a Palo Alto, era forse meglio schierarlo in pista dove è più esperto. Se fossi smentito, sarei il primo a rallegrarmene. Andrea Lalli, coriaceo molisano, che invece il meglio lo dà sui prati, è un’incognita. Ruggero Pertile, quarantenne di belle speranze, ha un conto aperto con l’elvetico Victor Roethlin, stessa età con voglia di pensione. Poi tre quasi sconosciuti a livello internazionale: Liberato Pellecchia del 1982, Domenico Ricatti del 1979, una presenza in azzurro, e il giovane Michele Palamini (1991), balzato agli onori delle cronache a Reggio Emilia (primo) lo scorso dicembre. Difficile sostenere che gli azzurri possano salire sul podio a squadre e forse anche individualmente. La maratona è un lungo viaggio irto di difficoltà e non è detto che i nostri specialisti, giovani e meno giovani, non trovino lo spunto per dire la loro. Incrociamo le dita, manca ancora più di un mese…

Appuntamento al 22 luglio.