Mondiali: le sfide del mezzofondo

Mondiali: le sfide del mezzofondo

14 Agosto, 2023
Foto Francesca Grana

Le sfide dei Mondiali dagli 800 ai 10.000 metri. La possibile doppietta “1.500+5.000” di Faith Kipyegon opposta a Sifan Hassan, che cercherà già da Budapest quel “triplete” che Jakob Ingebrigtsen progetta per Parigi 2024 (e intanto insegue a sua volta l’accoppiata 1500-5000m), il big match nelle siepi tra El Bakkali e Girma.

Campionati mondiali o (anche) prova generale di Parigi 2024?

Se in altre epoche faceva notizia la capacità di Haile Gebrselassie o, subito dopo, di Kenesisa Bekele di doppiare le vittorie mondiali e/o olimpiche su 5.000 e 10.000 metri, oggi questo livello di incredibile eccellenza sembra essere alla portata di più di un protagonista: la possibile doppietta “1.500+5.000” di Faith Kipyegon, uscita dalla prima parte di stagione con ben tre record del mondo (1.500 m, miglio e 5.000 m) opposta a Sifan Hassan,che cercherà già da Budapest quel “triplete” (1.500-5.000-10.000 m) che Ingebrigtsen progetta per Parigi 2024 (e intanto insegue a sua volta l’accoppiata 1500-5000 m), l’altrettanto possibile doppia vittoria di Joshua Cheptegei sulle distanze di cui detiene il primato del mondo (5.000 e 10.000 m), il big match nelle siepi tra El Bakkali e Girma. Moderni Gebre-Tergat.

E sotto sotto l’impressione che l’assoluta determinazione di questi protagonisti dell’endurance running sia guidata dalla consapevolezza che cominci da Budapest 23, per poi sfociare a Parigi 2024, la strada che porta a un posto nella storia.

Vediamole insieme.  

800 metri

Uomini – Il Kenya cala il “carico”: Emmanuel Korir, campione olimpico e mondiale in carica. Partita aperta, però, perché il numero uno non compare nella top ten stagionale, dove 11 atleti sono già scesi sotto 1’44”, e 7 di questi saranno in gara a Budapest: il suo connazionale diciannovenne Emmanuel Wanyonyi (secondo al mondo nel 2023 con 1’43”27), gli algerini Slimane Moula e Djamel Sedjati(1’43”38 e 1’43”40), quest’ultimo argento a Eugene 2022, poi Marco Arop (CAN, 1’43”30/2023, bronzo a Eugene) e lo statunitense Bryce Hoppel(1’43”95). 

Come ai tempi leggendari di Coe, Ovett e Cram, i “miler”britannici saranno della partita, soprattutto con l’emergente Daniel Rowden (1’43”95) e la coppia under 23 Max Burgin (1’43”85) e Ben Pattison (1’44”02). Fuori dalla top ten stagionale non vanno trascurati i francesi Benjamin Robert e Gabriel Tual, due esperti come Clayton Murphy (USA) e il bosniaco Amel Tuka, scuola Gianni Ghidini, ma nemmeno il nostro Simone Barontini, che domenica 30 luglio, ai Campionati italiani di Molfetta, ha portato il primato personale a 1’44”50, tempo che lo pone al ventesimo posto nella lista mondiale 2023.

Gli azzurri: Simone Barontini (Fiamme Azzurre), Catalin Tecuceanu (Fiamme Oro) e Francesco Pernici (Free Zone).

Donne – La “telenovela” è finita: Athing Mu ci sarà. La campionessa mondiale e olimpica dovrà vedersela soprattutto con la ventunenne britannica primatista europea under 23, KeelyHodgkinson, (argento mondiale e olimpico) e la keniana Mary Moraa (bronzo in Oregon), che sulla velocità di base parte con un primato personale, nei 400 metri, nettamente migliore dell’europea. Da non sottovalutare, inoltre, la statunitense RaevynRogers, l’ugandese Halima Nakaayi (già oro mondiale e quest’anno nella miglior condizione fisica della carriera), l’australiana Bisset, la giamaicana Goule, l’under 20 elvetica Werro e l’etiope Welteji.

Le azzurre: Elena Bellò (Fiamme Azzurre), Eloisa Coiro (Fiamme Azzurre)

1.500 metri

Uomini – “Qui comincia l’avventura”, si direbbe, di Jakob Ingebrigtsen, che tenta la doppietta 1.500-5.000 metri, fallita a Eugene per “colpa” del britannico Wightman (assente a Budapest) e senza più fare mistero, da tempo, dell’obiettivo 2024: il “triplete” 1.500, 5.000 e 10.000 metri ai Giochi olimpici di Parigi. Alla conquista dell’unico titolo iridato mancante nello splendido palmarès dell’asso norvegese si opporranno lo statunitense YaredNuguse, i keniani Timothy Cheruiyot (già campione del mondo), Abel Kipsang e l’under 20 Reynold Kipkorir Cheruiyot, gli spagnoli Mohamed Katir (bronzo in Oregon e, come Ingebrigtsen, iscritto anche nei 5.000 m), Mario Garcia e Adel Mechaal, i britannici Giles, Gourley e Kerr (bronzo olimpico), l’altro norvegese Nordas, il francese Habz e il nostro Pietro Arese. 

Gli azzurri: Pietro Arese (Fiamme Gialle), Ossama Meslek (Atl. Vicentina) e Joao Bussotti (Esercito)

Donne – Parallela a quella di Ingebrigtsen, è questa dei 1.500 m la specialità da cui parte la sfida di Faith Kipyegon che dopo aver migliorato il record del mondo (3’49”11) ora cercherà il record di un terzo titolo iridato sulla distanza. Sulla sua strada, però, troverà l’olandese primatista d’Europa e oro olimpico e mondiale sulla distanza, Sifan Hassan, che cercherà già dai Mondiali di Budapest quel “triplete” che Ingebrigtsen progetta per Parigi 2024. Sifan Hassan, infatti, è iscritta anche nei 5.000 m (con la Kipyegon ancora come atleta da battere) e nei 10.000 m.Nella categoria “da non sottovalutare”, nei 1.500 m potranno dire la loro l’etiope Gudaf Tsegay (argento a Eugene 2022), le keniane Nelly Chepchirchir ed Edinah Jebitok, la scozzese Laura Muir (argento olimpico e bronzo in Oregon) e la statunitense Nikki Hiltz. Il record dei campionati (Doha 2019) è della Hassan (3’51”95), che in quell’occasione precedette proprio Kipyegon e Tsegay. 

Le azzurre: Ludovica Cavalli (Aeronautica), Gaia Sabbatini (Fiamme Azzurre), Sintayehu Vissa (Atl. Brugnera Friulintagli)

5.000 metri

Uomini – Con la probabile assenza di Jacob Kiplimo (infortunio dell’ultima ora), l’ennesima puntata di “Jacob Ingebrigtsen contro tutti” vede coinvolti gli ugandesi Joshua Cheptegei (campione olimpico e primatista mondiale) e Oscar Chelimo, lo spagnolo Mohamed Katir (ex primatista europeo), i keniani Jacob Krop(argento a Eugene 2022) e Nicholas Kimeli, gli etiopi HagosGebrhiwet, Berihu Aregawi (leader mondiale stagionale con 12’40”45), Yomif Kejelcha e Telahun Haile Bekele.

Gli azzurri: nessuno

Donne – Scenario identico a quello dei 1.500 m, con la neo-primatista mondiale Faith Kipyegon a vedersela con la primatista d’Europa Sifan Hassan (se davvero confermerà l’intenzione del triplice impegno) e la campionessa mondiale uscente GudafTsegay, sul podio anche a Tokyo con il bronzo, supportata dal formidabile parterre etiope di Letesenbet Gidey e Ejgayehu Taye. Compagne d’avventura d’eccezione anche per la Kipyegon(l’argento di Eugene Beatrice Chebet, Lilian Kasait Rengeruk e Margaret Chelimo Kipkemboi), picco di ambizioni USA con Alicia Monson e Elise Cranny. Nadia Battocletti si presenta con il recente record italiano di 14’41”30 e la seconda prestazione europea 2023. Il primato dei campionati è detenuto da Hellen Obiri (14’26”72 a Doha 2019).

Le azzurre: Nadia Battocletti (Fiamme Azzurre), Ludovica Cavalli (Aeronautica)


10.000 metri

Uomini – La già ricordata assenza del connazionale Jacob Kiplimo sembra spianare la strada al terzo titolo consecutivo del primatista mondiale, l’ugandese Joshua Cheptegei. I 25 giri, però, sono una specialità che si corre più raramente delle altre distanze del mezzofondo, e questo rende lo svolgimento del Mondiale meno prevedibile. Il Kenya, ad esempio, si arrenderà ancora alla “maledizione” che non lo vede vincere questo titolo iridato dal 2001, visto che dispone di tre ottimi interpreti come Nicholas Kimeli, Benard Kibet e Daniel Simiu Ebenyo? L’Etiopia rinuncerà ad organizzare un gioco di squadra, visto che schiera calibri come l’olimpionico Barega e di nuovo Aregawi? Sono della partita, inoltre, il burundiano Kwizera e l’etiope del Bahrain Balew. 

Gli azzurri: Yeman Crippa (Fiamme Oro) 

Donne – Le ambizioni da “triplete” di Sifan Hassan cominceranno dai 25 giri, la cui finale è in programma nella giornata inaugurale di sabato 19 agosto. L’olandese cercherà di vincere un altro titolo dopo quello dei Mondiali di Doha 2019 e dei Giochi di Tokyo. Dovrà vedersela con le etiopi Letesenbet Gidey (oro a Eugene 2022), ancora con la Tsegay e la Taye, e con Lemlem Hailu. Più incerto lo spessore delle keniane Irine Jepchumba Kimais, Agnes Jebet Ngetich e Grace Loibach Nawowuna. Curiosità per la giovane figlia d’arte scozzese Eilish McColgan. 

Le azzurre: nessuna

3.000 siepi 

Uomini – La sfida già infinita, a un anno da Eugene, si rinnova: il marocchino Soufiane El Bakkali, (oro olimpico e mondiale) si misura di nuovo con l’etiope Lamecha Girma, che, oltre agli argenti iridati di Doha ed Eugene, e a quello olimpico di Tokyo, da quest’estate mette sul piatto il primato mondiale (7’52”11). Per gli appassionati di più lunga data, questa è una nuova versione della spettacolare contesa tra Haile Gebrselassie e Paul Tergat, che attraversò gli anni Novanta (e i primi anni del Duemila, in maratona). In questa, che è la specialità del mezzofondo in cui ha vinto di più, il Kenya schiera Abraham Kibiwot, Leonard Bett e il ventenne Simon Kiprop Koech, spettacolare nel passaggio sugli ostacoli. Nota storica: l’ultimo titolo iridato di un europeo è di Francesco Panetta, Roma 1997. 


Gli azzurri: i gemelli Zoghlami, Osama (Aeronautica) e Ala (Fiamme Oro) 

Donne – Assente l’ultima atleta a vincere il mondiale (la kazaka di origini keniane Norah Jeruto Tanui con il record dei campionati in 8’53”02), sono invece presenti le altre due iridate in attività Beatrice Chepkoech (Kenya, primatista mondiale) e Emma Coburn (USA), e anche l’olimpionica ugandese Peruth Chemutai, in una stagione in cui l’unica specialista a scendere sotto i nove minuti è stata l’altra keniana Jackline Chepkoech, vent’anni da compiere, con la barriera appena sfiorata dalla diciottenne etiope Sembo Almayew nel Golden Gala di Firenze. È la gara con lo scenario meno chiuso nell’arco del mezzofondo femminile, con tante atlete a vantare ambizioni da protagonista, come la terza keniana Faith Cherotich, le altre etiopi Abebe e Wondemagegn, la bahrainita Yavi, le europee Finot, Mismas e l’oro continentale Gega.

Le azzurre: nessuna