Mondiali – Commento alla 5a giornata: azzurri lontani, forse anche troppo

Mondiali – Commento alla 5a giornata: azzurri lontani, forse anche troppo

14 Agosto, 2013

Robert Heffernan nativo della terza città irlandese (inteso come isola intera e non solo Eire) come numero di abitanti dopo Dublino e Belfast. Parliamo di Cork, città nel sud definita dai siti di natura turistica geografica porto marittimo di notevole importanza, capitale della cultura europea del 2005. Robert Heffernan ha atteso 35 anni per salire sul gradino più alto del podio nella massacrante gara della 50 km di marcia. Heffernan, già quarto a Londra lo 
scorso anno, ha chiuso in un crono assai notevole (3:37’56”), davanti al russo Rhyzov (3:38’58”) e all’australiano Tallent (3:40’43”). Gli azzurri lontani, forse anche troppo: De Luca quindicesimo e barcollante sul traguardo in 3:46’31”, 
Nkouloukidi (24º in 3:54’00”) e Caporaso, (42º in 4:05’25”), Era questa l’unica finale della giornata, a questo sembra doveroso tirare qualche considerazione sugli azzurri. Una sola medaglia da parte di Valeria Straneo nella maratona, non di certo attesa. Valeria non è un prodotto della federazione, anche se negli ultimi due anni ha avuto tutto l’appoggio che le spettava. Bene Vizzoni, settimo nel martello, Elisa Rigaudo quinta nella marcia e Quaglia sesta in 
maratona. Gli attesi Galvan, Benedetti, Grenot, Chesani, La Mantia certamente punte sulle quali la federazione credeva, non hanno centrato l’obiettivo. 
Grenot, sfortunata, gli altri forse non sono in grado, ancora, di superare due turni (leggi Galvan, ottimo in batteria), oppure lo stesso trentino Benedetti negli 800 m ci è parso immaturo.Tre siepisti forse potevano risparmiarceli, Floriani meritava considerazione gli altri due sinceramente no. Per Nasti vale il discorso di Benedetti. Chatbi? Lasciamo poi perdere Faloci (disco) e il pianto di Chiara Rosa nel peso. Da domani, speriamo, di ringalluzzirci con Trost (alto) le due ostacoliste (Caravelli e Borsi) i tre triplisti (Donato, Greco e Schembri) e le staffette. A loro non si chiede l’impossibile, una medaglia, perché no, per migliorare Daegu 2011 e dei finalisti. Tutto qui.

Pare facile, ma non lo è.

Per questo incrociamo le dita.