Prima di lasciarvi alle 184 successive pagine di Correre, sento il bisogno di fornirvi una precisazione, che è anche un’ anticipazione: questo che state leggendo è l’ultimo numero che va in edicola a 5 euro, un prezzo comparso per la prima volta sulla copertina di febbraio 2006, n. 237. Ha resistito per 122 numeri, nel corso dei quali sono intervenuti aumenti in ogni voce di costo della produzione della rivista. Su questo specifico fronte, il prezzo di copertina, siamo orgogliosi di arrivare ultimi, con la stessa soddisfazione di Bart Sobel, il massiccio walker maratoneta statunitense, che sul traguardo dei Fori Imperiali gridava: «Last in Boston, last in Rome!».
Dal numero di settembre, Correre costerà al lettore 5,50 euro. Il numero di agosto sarà invece dedicato a un’operazione speciale: l’abbinamento con Scarpe&Sport, la nostra pubblicazione che presenta il panorama totale dei nuovi modelli proposti da tutti i brand per la stagione autunno-inverno, per tutte le specialità del running e per ogni altra disciplina sportiva. L’insieme unico delle due pubblicazioni (Correre + Scarpe&Sport) costerà 6,50 euro, secondo la formula sperimentata col numero di feb- braio per la Maxiclassifica, formula che ha registrato una buona accoglienza.
Un binomio che ha in sé qualcosa di nuovo e qualcosa di antico, perché “Scarpe”, in origine, fu una sezione di Correre, come la “Maxi”, del resto.
Qualcosa di antico vedo anche nelle “mud run”, le corse nel fango come la Spartan race, che in questo numero intercettano i differenti punti di vista di Maria Comotti e del presidente della lega atletica della Uisp, Fabio Fiaschi, ma è un’impressione del tutto personale, che un po’ ha a che fare con la nostalgia: strisciare nel fango il più velocemente possibile e saltare ostacoli della più svariata natura era il mio pane quotidiano ai tempi del servizio di leva, l’anno pisano vissuto quasi peri- colosamente nella brigata paracadutisti Folgore. Il cosiddetto “corso-palestra”, dove si prendeva la patente per volare, prevedeva poi prove come i lanci dalla “torre”, brevi, ma impressionanti salti nel vuoto che facevano emergere le incertezze interiori di noi allievi. Un sergente istruttore dotato di ironia, commentava allora: «Se fossimo al luna park e qui ci fossero le vostre fidanzate, paghereste il biglietto per fare queste prove!». Premonitore a sua insaputa, il sottufficiale aveva previsto le mud run, che in fondo non ti insozzano di più di certe lontane edizioni del Campaccio o di Volpiano, cross da gua- dare più che da correre, o delle mie antiche “Galaverna” di Casalecchio di Reno (BO) e di Pianoro (BO), le “camminate” in cui, quando si tirava fuori il piede dalla mota del fiume, si scopriva di aver perso la scarpa. Forse, spostare nella cartella “divertimento” tutti i file “punto-sob!” e “punto.sic!”, con i loro megabyte di fatica, umiliazione, soffe- renza, è anche una difesa mentale. ◆