Alimentazione e sport per difendersi dal long Covid

Alimentazione e sport per difendersi dal long Covid

06 Ottobre, 2022
Foto Giorgia Maspes

Il ruolo, fondamentale, di nutrizione e alimentazione sulle conseguenze di Covid e long Covid. Se ne è ampiamente discusso, approfondito e dibattuto al Master Nutrition Course che si è svolto a Milano organizzato da “The Inflammation Research Foundation” ed “Equipe Enervit” con il patrocinio della Società Italiana Nutrizione, Sport e Benessere.
Un’occasione per rivedere e ascoltare nuovamente in Italia il Dottor Barry Sears, biochimico e ideatore della Dieta Zona, che insieme ad alcuni fra i più importanti esperti del settore ha relazionato sui temi che in questi ultimi anni continuano ad essere al centro dell’attenzione scientifica.

Il ruolo della nutrizione per ridurre le citochine ai fini di una migliore gestione del Covid-19

Dr. Barry Sears

Le complicanze da Covid-19 sono fortemente associate ad alti livelli di citochine. Sebbene le citochine siano essenziali nelle prime fasi dell’infiammazione per poter meglio rispondere a infiammazione e lesioni del nostro organismo, per un efficace processo di guarigione è necessaria la risoluzione del danno infiammatorio iniziale. L’equilibrio dinamico tra infiammazione e risoluzione ricade sotto lo stretto controllo nutrizionale. In particolare, l’assunzione di acidi grassi omega-3, polifenoli e la quantità di calorie ingerite sono gli elementi da ottimizzare per ridurre un’eccessiva produzione di citochine.

Il ruolo dell’attività fisica come prevenzione, anche degli strascichi da Covid

Prof. Fabrizio Angelini

Per riuscire a gestire gli strascichi del Covid l’esercizio fisico è uno degli elementi cardine così come lo è in fase di prevenzione di numerose patologie. Lo ha ribadito il professor Fabrizio Angelini sottolineando ancora una volta come l’attività sportiva e il movimento riescano a prevenire e mitigare varie complicazioni di tipo metabolico, polmonare, cardiovascolare e neurocognitivo.

Nel caso specifico del coronavirus, l’inattività fisica è stata quindi associata a un rischio più elevato di complicazioni. I benefici aumenterebbero se, allo sport, si accompagna una corretta alimentazione, riducendo l’assunzione di carboidrati ad alto impatto glicemico e assumendo una quantità corretta di proteine e di grassi “buoni” (come quelli derivati dal pesce). A questo, ha detto Angelini, potrebbe essere utile aggiungere una supplementazione nutrizionale con preparati proteici e altre sostanze, dai pro-anabolici agli anticatabolici (come la creatina), insieme ad acidi grassi Omega-3.

Questo tema verrà approfondito in modo dettagliato prossimamente sulla rivista Correre

Strategie non Farmacologiche per Prevenire la Progressione delle Pandemie del XXI Secolo: Covid-19, Autoimmunità e Longevità Malata

Prof. Camillo Ricordi

Dal 2020 abbiamo dedicato le nostre energie e risorse per cercare di salvare pazienti affetti dalle forme più gravi di COVID-19, con infusioni di cellule staminali mesenchimali espanse dal cordone ombelicale di neonati sani. I risultati sono stati sorprendenti, con sopravvivenza del 100% in pazienti con diabete e in soggetti di età inferiore a 85 anni (91% di sopravvivenza a 30 giorni per tutte le categorie ed età). Purtroppo, meno del 45% dei pazienti sono sopravvissuti nel gruppo di controllo (trial randomizzato, prospettico, in doppio cieco), nonostante fossero stati trattati con le migliori terapie approvate e allora disponibili. La terapia è stata recentemente autorizzata dalla FDA a procedere in un trial allargato di fase 3, multicentrico.

Oltre a curare i casi più gravi, abbiamo cercato di identificare fattori di rischio e possibili strategie protettive per evitare la progressione delle Pandemie del 21° secolo: gravi infezioni virali come il Covid-19, malattie autoimmuni, e malattie croniche legate alla longevità malata.

I pipistrelli hanno imparato, evolvendosi negli ultimi 70-80 milioni di anni, a diventare resistenti a tali pandemie. L’obiettivo è ora rendere resistente anche la specie umana.

Diverse sostanze naturali si stanno dimostrando utili per prevenire o mitigare la progressione di queste malattie, inclusi acidi grassi polinsaturi Omega-3, Vitamina D3, polifenoli e attivatori delle sirtuine, per citarne alcune.

Un recente studio condotto da università italiane e americane, in collaborazione con l’ISS, ha dimostrato che una combinazione di sostanze naturali (polifenoli e attivatori delle sirtuine) è in grado di inibire la replicazione virale e ridurre l’infiammazione, in infezioni virali, comprese quelle da SARS-CoV-2. Inizialmente sviluppata per rallentare i processi dell’invecchiamento, questa combinazione ha dimostrato per la prima volta una inibizione importante (più del 95%) della replicazione virale, dopo infezione sia con virus dell’influenza A che con Sars-CoV-2. Sono in corso studi per definire i meccanismi associati a questa importante inibizione della replicazione virale osservata in-vitro, che sembra non essere limitata ad una singola variante o tipo di virus.

Questi risultati potrebbero aprire la strada allo sviluppo di strategie terapeutiche naturali, per mitigare o bloccare la progressione di infezioni virali, in aggiunta ai vaccini e altre terapie farmacologiche.

Long Covid. Il ruolo della nutrizione funzionale

Prof. Giovanni Scapagnini

Severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 (SARS-CoV-2), l’agente patogeno responsabile della malattia da coronavirus 2019 (COVID-19), ha causato una pandemia a livello globale, caratterizzata da morbilità e mortalità in una scala senza precedenti. Il COVID-19 è oggi riconosciuto come una malattia multiorgano con un ampio spettro di manifestazioni, e con sequele cliniche che perdurano settimane o mesi dopo l’esordio dei sintomi. Questa condizione associata a svariati sintomi di lunga durata, è nota come sindrome post-acuta al COVID-19, o più generalmente come long COVID syndrome.

La stanchezza (58%) è il sintomo più comune collegato al long COVID, ed è spesso persistente dopo 100 giorni del primo sintomo di COVID-19 acuto. Sono stati segnalati molti altri sintomi come tosse, dispnea, difficoltà di memoria e concentrazione (la cosiddetta “brain fog”), disturbi del sonno, disturbi gastrointestinali e problemi muscoloscheletrici. I meccanismi all’origine delle manifestazioni croniche di COVID-19 non sono stati ancora completamente svelati, ma sono state sviluppate svariate ipotesi. Queste includono la persistenza virale associata a flogosi cronica, processi autoimmuni, alterazioni delle vie di segnale immunometaboliche, disbiosi, danno endoteliale e danno d’organo irrisolto.

È interessante notare che alcune delle caratteristiche immunologiche e sistemiche di long COVID ricordano quelle collegate a invecchiamento patologico e che durante la condizione di long COVID possono aggravarsi condizioni degenerative preesistenti tipicamente collegate associate all’età, come la sarcopenia e il declino cognitivo. Al momento mancano trattamenti specifici per il long COVID. La gestione del paziente si basa principalmente su trattamenti sintomatici e raccomandazioni per condurre uno stile di vita sano e attivo.

Numerose sostanze nutraceutiche, sotto forma di integratori alimentari, sono state proposte e spesso sperimentate clinicamente, per il loro potenziale di miglioramento della sintomatologia del long COVID. Tra loro oltre a specifici amminoacidi, vitamine e minerali, gli acidi grassi polinsaturi essenziali omega 3 sono oggetto di sperimentazioni cliniche e rappresentano un promettente strumento funzionale a supporto delle numerose manifestazioni cliniche del long COVID.

Gli Omega 3 infatti, oltre a supportare la fisiologia del sistema cardiovascolare e del cervello, risultano fondamentali per un corretto funzionamento dei meccanismi di difesa immunitaria, giocando un ruolo chiave nella modulazione dei processi infiammatori. 

Oltre ai nutrienti esistono una innumerevole varietà di sostanze non nutrienti, presenti nei vegetali, e di composti nutraceutici che hanno dimostrato un potenziale effetto positivo sul sistema immunitario, e che sono state sperimentate nel contesto del long COVID. In particolare molecole appartenenti alla famiglia dei polifenoli, come le antocianine, la luteolina, la quercetina e la curcumina. Tutte queste sostanze non sono essenziali per mantenere le funzioni e il metabolismo cellulare, e quindi non hanno dei livelli raccomandati in linea guida nutrizionale, ma sappiamo da numerosi studi di osservazione e di intervento, che possono apportare un beneficio su alcuni aspetti delle funzioni immunitarie, soprattutto il controllo dell’infiammazione.

Come difendere la salute: cosa ci ha insegnato questa pandemia?

Prof. Hellas Cena

La “nuova” malattia infettiva da coronavirus (COVID-19) è stata dichiarata pandemia globale l’11 marzo 2020. L’epidemia si è manifestata per la prima volta a Wuhan, Hubei, Cina, nel dicembre 2019 e ha colpito pesantemente l’Italia nel febbraio 2020. Ci sono stati molti studi che hanno esplorato le varie misure di prevenzione e di controllo, raccomandando una stretta attenzione alla nutrizione, che può contribuire a modulare alcune importanti conseguenze dell’infezione da COVID-19, come la tempesta di citochine pro-infiammatorie.

Il deficit immunitario associato all’inadeguatezza nutrizionale aumenta la suscettibilità alle infezioni e consente alle infezioni di diventare più gravi, anche fatali. L’impatto negativo di una cattiva alimentazione sul sistema immunitario, compresa la sua componente infiammatoria, può essere una delle spiegazioni per il maggiore rischio di esiti più gravi da infezione da SARS-CoV-2 osservato nelle persone anziane e in coloro affetti da obesità. Abitudini alimentari scorrette impattano negativamente anche sulla frequente inadeguata assunzione di micronutrienti che compromettono la composizione del microbiota. Infine un adeguato stato nutrizionale supporta la risposta immunitaria assicurando risposte robuste alla vaccinazione.