Debbo ammette che avevo sognato. Poi ad un certo punto tutti i sogni più belli muoiono all’alba. Parlo della maratona maschile, dove c’erano due maratoneti azzurri che avevano ambizioni da podio, o da alta classifica. Si trattava tra l’altro di due ingegneri: Daniele Meucci, già campione europeo di maratona mel 2014 a Zurigo e Iliass Auoani che con una sola maratona all’attivo, aveva mostrato a Milano (aprile) di poter aspirare molto in alto nel Campionato Continentale di Monaco di Baviera.
Anche la squadra italiana era agguerrita, pur senza la stella Faniel, c’erano i vari La Rosa, D’Onofrio e Cuneaz. Un posto sul podio a squadre era pronosticabile, pure quello.
I due maratoneti azzurri hanno infiammato la prima parte della gara, alzando il ritmo, portandosi spesso al comando. In altre parole, avevano mostrato che per vincere la maratona si doveva passare sul loro corpo. Non è andata così.
Crampi per l’allievo di Massimo Magnani – così ha sostenuto all’arrivo – gli hanno fatto perdere il gusto della lotta, smarrendo la lucidità nella corsa che è diventata “pesante”. È arrivato soltanto 19º in 2h15’34”, teniamo però presente che si è corso in condizioni climatiche non eccellenti, faceva molto caldo specie negli ultimi chilometri.
Prima di lui Daniele Meucci, il toscano ha perso contatto con i migliori ben dopo Aouani. Gli altri azzurrI: René Cuneaz 22° In 2h15’55. Stefano La Rosa, chiude 33° in 2h17’57”. Ritirato Daniele D’Onofrio. Gli uomini giungono quinti a squadre.
Avvincente la volata finale tra il tedesco Ringer in 2h10’21” che recupera molti metri nel rettilineo finale all’Israeliano Maru Teferi.
A squadre vince Israele, con una squadra di africani camuffati, davanti a Germania e Spagna, quarta la Francia.
In campo femminile la nostra speranza era nelle leve di Giovanna Epis. La ragazza che si sposerà a giorni (auguri!) allenata da Giorgio Rondelli ha recitato la sua parte. Intanto ha saputo gestire al meglio la sua gara, ha dato tutto e merita un plauso e il sorriso mostrato al termine durante le interviste fa capire il suo spirito di sacrificio e di abnegazione.
Non ci è piaciuta la presenza di Anna Incerti (quinto europeo il suo), se la si fosse voluta ringraziare per il suo attaccamento alla maratona sarebbe stato sufficiente celebrarla in altra gara, non in un contesto continentale dove è giunta staccatissima 42º in 2h44’11”. Lo avremmo capito, se l’Italdonne avesse gareggiato anche a squadre…