Corrono per sentirsi meglio, per passare il tempo, per sentirsi vive. Perché amano la competizione ma anche per stare in compagnia. Per sentirsi più belle o per essere complete. Per ricordare ma anche per dimenticare o forse, per elaborare.
Tante motivazioni, un solo traguardo: quello della maratona di New York il prossimo 2 novembre. Cosa le accomuna? Tutte hanno affrontato (o stanno affrontando) il tumore al seno ed hanno aderito a #NOTHINGstopsPINK, il progetto ideato da Rosa&Associati e sposato dalla Fondazione Veronesi.
«Correre significa dimostrare a se stesse che la malattia è un episodio passato e che, per stare bene, bisogna continuare a prendersi cura del proprio corpo» – ha esordito, presentando il progetto, il Prof. Paolo Veronesi, Presidente della Fondazione Veronesi.
Cinque mesi di preparazione con sedute bisettimanali sotto la guida del team Rosa&Associati. Così il progetto #NOTHINGstopsPINK ha coinvolto 38 donne: in dieci hanno staccato il biglietto per la maratona più famosa al mondo. «Le ragazze finiranno la maratona: questa è una promessa che dovete mantenere! – ha detto il Dott. Gabriele Rosa – la vostra è una missione, il vostro esempio deve servire da stimolo alle altre donne per creare un vero e proprio movimento».
Un esempio di sport, ma anche un invito a non arrendersi mai, per raggiungere con grinta anche i traguardi che sembrano impossibili. Un “in bocca al lupo” speciale è arrivato dal Professor Umberto Veronesi, che, come pochi altri al mondo, ha scritto la storia dell’oncologia al seno. «Lo sport, oltre ad apportare benefici fisici e psichici diventa una metafora del percorso compiuto da queste donne nella loro personale battaglia contro il tumore al seno. Una coraggiosa testimonianza che è davvero possibile cominciare una nuova vita, ancora più intensa e ricca di entusiasmo».