Cross – Campaccio: tra Korir e Merga spunta Rop

Cross – Campaccio: tra Korir e Merga spunta Rop

06 Gennaio, 2014

L’annunciata sfida Korir-Merga, campione contro vicecampione del mondo di cross, ha avuto come epilogo la vittoria del terzo incomodo, Albert Rop (nella foto). Il portacolori del Barhein ha imposto subito un ritmo impegnativo correndo già il primo chilometro in 2’49”. Nei 10 chilometri, cinque giri, è sfilato un gruppo compatto con sei top runner (Rop, Korir, Merga, Kipkemoi, Kipruto e Birech) a darsi battaglia con notevole distacco sugli inseguitori. Nell’ultimo giro, il pubblico presente allo stadio Angelo Alberti di San Giorgio Su Legnano (Mi), favorito nella presenza dalla giornata di sole, ha assistito  alla volata finale con Rop che, all’ingresso nel campo, è risultato essere il più brillante al punto da vincere con un paio di metri di distacco sul campione del mondo, il connazionale Japhet Korir, in 28’19”, a soli 4” dal magico tempo di 28’15” segnato da Joseph Ebuya nel 2011. Prima volta del Barhein nel prestigioso albo d’oro del Campaccio: «Oggi avevo avversari davvero forti – ha commentato Rop -. È stata una gara dura, ho provato a staccarli fin dai primi metri andando in testa e forzando il ritmo, ma non ci sono riuscito. Ho tenuto così tutte le energie per lo sprint finale dell’ultimo giro. Ora punto ai 3.000 m dei mondiali indoor». Terzo posto per il campione mondiale di cross del 2011, Imane Merga, in 28’25”.

Gli italiani – Il primo italiano occupa il settimo posto: Jamel Chatbi (Atl. Riccardi Milano) chiude in 29’53”, il secondo, Michele Fontana (Aeronautica), è nono in 30’04”. Gianmarco Buttazzo (Atl. Casone Noceto) entra nei primi dieci in 30’32” e ora punta a difendere il titolo italiano di maratonina, il 16 febbraio, alla Giulietta&Romeo Half Marathon.

Donne – Da vicecampionessa del mondo di cross era la favorita e non ha deluso. L’etiope Hiwot Ayalew ha vinto in 18’59”nei 6 km articolati su 3 giri (6 km), nettamente miglior tempo delle ultime 5 edizioni (19’26”). Anche qui, come nel caso della corsa maschile, c’è stato un gruppo di testa a dare spettacolo, composto dalla stessa Ayalew, dalla Teferi (seconda in 19’06”), da Linet Masai (terza in 19’09”) e dall’attesa Mimi Belete (quarta in 19’17”), che si sono studiate e rincorse fino all’allungo decisivo dell’ultimo giro. Prima italiana Fatna Maraoui (Esercito), ottava in 20’36” davanti a Layla Soufyane (Esercito), decima in 20’39”. Un plauso ad Alice Gaggi (Runner Team 99), campionessa del mondo di corsa in montagna, che ha terminato undicesima in 20’58”.

Il commento

Lo spettacolo non è mancato. Complice la splendida giornata e il terreno che nonostante la pioggia caduta negli ultimi giorni non era fangosissimo, Il Campaccio ha potuto godere delle splendide prove offerte dagli atleti africani come da tradizione sui prati di tutta Europa. Si sono imposti Albert Rop, keniano che batte bandiera del Bahrein tra gli uomini, l’etiope Hiwott Ayalew in campo femminile. Avvincente la gara maschile che ha visto il drappello dei migliori muoversi sin dalle prime battute a ritmi quanto mai interessanti. Il solito nugolo di atleti africani sono una sorta di leit motiv, dunque anche il pubblico meno raffinato (atleticamente parlando) ormai se n’è fatto una ragione. In questo caso poi, vista la quasi completa assenza di italiani per svariati motivi, non rimaneva che vedere una sorta di corsa delle lepri attraverso i campi. Rop per imporsi ha atteso gli ultimi metri sfruttando le sue doti (vanta un 12’56” nei 5.000 m la scorsa estate a Montecarlo) per precedere il campione del mondo Japhet Korir (Ken), quest’ultimo aveva certamente nelle gambe il successo conquistato sui parti di Antrim in Irlanda del Nord due giorni prima, e l’etiope Imane Merga che aveva dato spettacolo nella Boclassic di Bolzano. Per vedere transitare sulla linea del traguardo il primo degli italiani, Jamel Chatbi, operaio bergamasco, l’attesa è stata di 1’34”, un baratro se si considera che la distanza da compiere era di 10 km. Dopo il ragazzo della Riccardi, in nona posizione Michele Fontana, che sul difficile tracciato aveva il supporto del pubblico che si entusiasmava al passaggio del lombardo. Fontana accusava un ritardo di 1’45”, poi Gianmarco Buttazzo a 2’13”. Particolare interessante: Albert Rop ha dato appuntamento ai prossimi mondiali al coperto di Sopot (marzo), dove dovrebbe gareggiare nei 3.000 m. Facile il successo di Hiwott Ayalew, esile gazzella africana, che con le compagne di avventura ha fatto vedere come si interpreta una gara di cross: leggerezza, armonia, vivacità, tre elementi che, non ce ne vogliano le nostre ragazze, sono difficili da ritrovare nelle nostre portacolori.  La vice campionessa mondiale di cross si è imposta sulla connazionale Semberi Teferi (Eth) e  sulla keniana Linet Masai (Ken). Ottava, a 1’37”, la nostra Fatna Maraoui, poi Soufyane e Francario. All’inizio del commento rammentavamo la totale assenza degli azzurri che a ogni buon conto rimarchiamo un’altra volta: Lalli infortunato al ginocchio, Meucci colpito da febbre influenzale, Gabriele De Nard annunciato, ma mai partito da casa, come Stefano Scaini. Tra le donne non si sono viste Veronica Inglese, Elena Romagnolo e Silvia Weissteiner, anche loro annunciate al via. Il mistero sul mezzofondo italiano continua, anzi s’infittisce. L’unica presenza leggiadra è stata quella di Valeria Straneo, che ieri aveva corso la Ciaspolada, gara sulla neve con le ciaspole. Non era meglio rinunciare a Belete (quarta), Chepkoech (settima) e a un’altra africana e schierare al via Valeria, che in fatto di foto e autografi con il pubblico ha primeggiato su tutte e su tutti? Se avesse corso? (Walter Brambilla)

La cronaca

Anche quest’anno molti dei migliori specialisti del cross africani si sono ritrovati di fronte al campo sportivo Angelo Alberti di San Giorgio su Legnano (MI). In gara erano annunciati gli ultimi due campioni del mondo di cross: Imane Merga dell’Etiopia (Punta Umbria 2011) e il keniano Japhet Korir, il più giovane atleta capace di laurearsi campione del mondo di corsa campestre a soli 19 anni, lo scorso Marzo a Bydgoszcz (Polonia), ma a spuntarla è stato il giovane ex keniano Albert Rop, che rappresenta ora i colori del Barhein. Rop è il primo atleta del paese del Golfo Persico a scrivere il proprio nome nel prestigioso albo d’oro del Campaccio, che annovera nomi di grandi campioni come Haile Gebrselassie (1994), Paul Tergat (1997), Kenenisa Bekele (2002 e 2004), Eliud Kipchoge (2009) e Edwin Soi (2012) solo per citare alcuni che hanno scritto la storia di questa manifestazione.

La gara maschile ha visto andare in testa fin dal primo giro Rop, che è passato al primo chilometro in 2’49”. A metà gara si è formato un sestetto che comprendeva Albert Rop, Japhet Korir, Imane Merga, Kenneth Kipkemoi, il vice campione del mondo dei 3.000 siepi Conseslus Kipruto e l’altro siepista, Jairus Birech.

All’ultimo giro sono rimasti in testa Rop, Korir e Merga. Rop, il secondo più veloce al mondo sui 5.000 m nel 2013 (12’51”96 realizzato al meeting della Diamond League di Montecarlo), ha incrementato il ritmo staccando Korir e Merga, che hanno provato invano a seguire l’atleta del Barhein.

All’ingresso del campo Angelo Alberti, Rop si è presentato da solo in testa con un vantaggio di tre secondi su Japhet Korir e ha chiuso in 28’19”. Il terzo posto è andato a Imane Merga che ha tagliato il traguardo in 28’25”, davanti a Kenneth Kipkemoi e a Conseslus Kipruto.

“E’ stata una gara difficilissima contro grandi avversari. Ho cercato di forzare il ritmo all’inizio per fare selezione ma non sono riuscito a staccare gli altri. A metà gara ho cercato di risparmiare energie per il rush finale nell’ultimo giro. Sono orgoglioso di aver aggiunto il mio nome alla lista prestigiosa dei campioni che hanno scritto la storia del Campaccio”, ha detto Rop.

Il migliore degli italiani è stato il campione nazionale dei 3.000 siepi Jamel Chatbi, settimo al traguardo in 29’53”, dopo aver tentato di rimanere nel gruppo di testa nei primi due giri. “Ho finito per pagare nel finale il tentativo di tenere testa ai campioni africani, ma il ritmo era troppo elevato”, ha detto Chatbi, atleta bergamasco di origine marocchina che gareggia per la Riccardi Milano.

Bene anche Michele Fontana, che ha ripetuto l’ottavo posto degli Europei Under 23 di cross a Belgrado. “Sento di essere maturato molto nella gestione della gara, anche se là davanti andavano come extraterrestri”, ha detto Fontana.

I favori del pronostico sono stati rispettati nella gara femminile dove la ventitreenne Hiwot Ayalew, vice campionessa del mondo di corsa campestre a Bydgoszcz nel marzo scorso, ha preso la testa fin dall’inizio formando il quartetto al comado insieme alla connazionale Senberi Teferi, alla campionessa mondiale dei 10.000 m di Berlino 2009 e tre volte argento iridato di corsa campestre Linet Masai e a Mimi Belete, ex etiope ora in forza al Barhein. Ayalew ha piazzato l’allungo decisivo nel corso dell’ultimo giro e si é involata verso la vittoria in 18’59”, uno dei tempi più veloci mai registrati nelle ultime edizioni del Campaccio. Ayalew, quinta alle Olimpiadi di Londra e quarta ai Mondiali di Mosca 2013 sui 3.000 siepi, ha preceduto di sette secondi Teferi e di di dieci secondi Masai.

“Dedico il successo a mio marito, che corre le maratone. Ho iniziato a correre a scuola nel 2009 e mi sono presto innamorata di questo sport. E’ stata una gara molto impegnativa su un percorso difficile. Per quest’anno punto a migliorare il mio personale (9’09”61) sui 3.000 siepi stabilito a Oslo nel 2012”, ha detto Ayalew.

Fatna Maraoui è stata la migliore delle italiane in ottava posizione con il tempo di 20’36”, tre secondi meglio di Lalia Soufiane, decima davanti davanti all’ottima Alice Gaggi, campionessa del mondo di corsa in montagna.

In campo giovanile sono da sottolineare le vittorie di Francesca Tommasi nella gara delle allieve e del rappresentante della Republica Ceca Jakub Zemanik davanti a IliassAouani, atleta di origini marocchine, che gareggia per la Riccardi Milano. (Diego Sampaolo)