Coppa Europa, prima giornata: Mo Farah, tutto il resto è noia. Italia ottava

Coppa Europa, prima giornata: Mo Farah, tutto il resto è noia. Italia ottava

23 Giugno, 2013

Per divertirci abbiamo dovuto attendere Mo Farah e la gara dei 5.000 m. Prima a Gateshead (Gran Bretagna) non era praticamente successo nulla di eccezionale. La Coppa Europa per nazioni non è un meeting dove compaiono i mostri sacri dell’atletica, ma è una sorta di sfida tra le 12 migliori nazioni (le ultime tre retrocedono), con una classifica a punti e con un regolamento assai discutibile, specie quello dei salti in estensione e in alto. L’Italia ci è arrivata con una formazione giovane, con nuovi talenti emergenti, ma al termine della prima giornata i sorrisi sono stati veramente pochi. In primo luogo nessuna vittoria azzurra, solo piazzamenti. Il più importante quello di Simona La Mantia nel triplo, terza con 13,99 m, poi due quarti posto con Libania Grenot (che non spinge mai sino sul traguardo, ovvero non butta il cuore oltre l’ostacolo) nei 400 m e il medesimo piazzamento di Chesani, 2,24 m nell’alto. Dicevamo in apertura di Mo Farah, il bicampione olimpico dei 5.000 e 10.000 m, letteralmente osannato dal pubblico amico, ha fatto vedere il cosiddetto assolo di violino. Nei 5.000 m, dopo aver gigioneggiato in ultima posizione, dopo essersi portato in testa al penultimo giro, al suono della campana e scappato via, quasi fosse partito dai blocchi, per un 400 m. Ha percorso l’ultima tornata in meno di 51” e l’ultimo 1.000 m in 2’25”, tempi non ufficiali, ma assai significativi del ragazzo nato a Mogadiscio e naturalizzato britannico da anni. Farah è un atleta di spessore mondiale, sempre sorridente, capace di vincere in qualsiasi condizione. Se la gara è lenta sa dare il meglio in volata, se la prova è condotta su ritmi altissimi non ha difficoltà nel fare valere le sue doti di resistenza alla velocità. Insomma: un grandissimo. Lui è stato l’uomo che ha messo il marchio in questa Coppa britannica al maschile, mente Cristina Obergfall lo ha fatto nella classifica in rosa, vincendo per la quarta volta consecutiva il giavellotto. Anche nelle staffette, i nostri Tumi, Riparelli, Manentu e Certutto hanno stampato un 39”05. Inglesi e francesi vanno più forte, molto di più. Tumi con un venti contro di -4,1 ha chiuso i 100 in 10”51, meglio in staffetta. Dopo 21 gare su 40 l’Italia è ottava con 123 punti, preceduta dalla Spagna per mezzo punto. E davanti alla Turchia. Guida la classifica provvisoria la Germania con 194 punti, un punto in più sulla Russia. Domani oppure oggi (domenica) dipende da quando verrà letto il tutto è un altro giorno.