Il 19 settembre 1922, a Koprivinice, Cecoslovacchia in una famiglia umile e numerosa, nasceva Emil Zatopek.
Denominato la “locomotiva umana” perché “sbuffava” mentre correva, Zatopek è stato l’uomo simbolo dei Giochi Olimpici di Helsinki del 1952 dove fu autore di un’impresa leggendaria. Nell’arco di una settimana vinse tre medaglie d’oro imponendosi nei 5.000 metri, nei 10.000 metri e nella maratona che corse allora per la prima volta.
Precursore dell’interval-training, Zatopek divenne celebre per la sua tipologia di corsa, con la testa piegata all’indietro, i gomiti vicini al corpo e una smorfia di sofferenza stampata sul viso.
Una singolare curiosità. Il 19 settembre, sua data di nascita, nacque anche la moglie. Anche lei atleta, ma nel Lancio del Giavellotto: Dana Zatopkova.
Quello della sua esistenza, però, è anche un racconto straordinario che travalica i confini dello sport, rendendo l’atleta un simbolo di forza e resistenza alla dittatura. Il regime sovietico, infatti, tentò invano di fermarlo.
Considerato un eroe nel Paese d’origine, Zatopek fu una figura influente del Partito Comunista di cui appoggiò l’ala democratica. Dopo la Primavera di Praga e l’intervento sovietico, venne rimosso da tutti gli incarichi e costretto a lavorare in una miniera di uranio.
Emil Zatopek morì a Praga, a 78 anni, nel 2000, dopo una lunga malattia.