Battocletti in finale a un soffio dal record italiano

Battocletti in finale a un soffio dal record italiano

23 Agosto, 2023
Foto FIDAL/Francesca Grana

Fuori al primo turno Mattia Furlani e i velocisti Desalu e Tortu. Vanno in finale: Battocletti (5.000 m), Cestonaro e Derkach (triplo), Fantini (martello) e Stecchi (asta). Accedono invece alle semifinali Dalia Kaddari (200 m) ed Eloisa Coiro (800 m). Mezzofondo: battuto Ingebrigtsen nei 1.500 m

Smaltita la festa per l’oro di Gianmarco Tamberi, il “day 5” dei Mondiali di Budapest ha visto gli azzurri impegnati nei turni eliminatori a guadagnare posti nelle finali. Obiettivo che non hanno raggiunto Mattia Furlani nel lungo e i duecentisti Fausto Desalu e soprattutto Filippo Tortu, sul quale era alta l’aspettativa dopo la vittoria “da urlo” (in tutti i sensi!) ai Campionati italiani di Molfetta. Ora agli sprinter italiani non resta che concentrarsi per le staffette, ultima occasione di raddrizzare una spedizione fin qui priva di grandi soddisfazioni.

Obiettivo invece raggiunto da Nadia Battocletti (5.000 m), dalle tripliste Ottavia Cestonaro e Dariya Derkach, come da Sara Fantini (martello) e Claudio Stecchi (asta). 

Accedono invece alle semifinali Dalia Kaddari (200 m) ed Eloisa Coiro (800 m), passaggio che non riesce a Elena Bellò. Vediamo nei dettagli come è andata, non prima di aver dato spazio alla gara che più ci ha colpito in questa giornata.

1.500 m uomini, finale – Battuto Ingebrigtsen – Non è la prima volta, ma resta valido che ormai Jacob Ingebrigtsen fa notizia quando perde e oggi a Budapest ha perso per la seconda volta il titolo mondiale dei 1.500 m. Sembrava il solito copione già scritto: il norvegese quasi subito davanti (il keniano Abdel Kipsang ha tirato i primi due giri) a sostenere un’andatura capace di asfissiare progressivamente, uno per uno, gli avversari. I passaggi: 56”01/400 m (Abdel Kipsang, KEN, al comando), 1’54”19/800 m (Kipsang), 2’22”06/1.000 m (Ingebrigtsen), 2’49”53 /1.200 m.

Ma nel mezzofondo di oggi, se solo si scende dai 3’27” ai 3’29”, si allarga un po’ la gamma degli atleti che possono inserirsi a dire la propria per la vittoria. È stato questo il caso dello scozzese Josh Kerr, che ha osato l’inosabile: affiancare il “cannibale” del mezzofondo già nel rettilineo opposto all’arrivo e sostenere gomito contro gomito la progressione di Ingebrigtsen per tutta la curva trovando infine l’energia per sopravanzarlo di quasi un metro già a metà del rettilineo conclusivo.

Tempi e medaglie: Josh Kerr (GBR), 3’29”38; 2. Jacob Ingebrigtsen (NOR), 3’29”65; 3. Narve Gilje Nordas (NOR), 3’29”68; da notare che si tratta di un podio mondiale tutto europeo.    

Foto FIDAL/Francesca Grana

I risultati degli azzurri

200 m donne, batterie Dalia Kaddari approda in semifinale con un ottimo 22”67 (vento -0.3 m/sec), che vale il secondo tempo delle ripescate, quarta nella batteria vinta dall’ex iridata britannica Dina Asher-Smith in 22”46. 

200 m uomini, batterie – Gli azzurri si fermano qui. Fuori Filippo Tortu, quarto con un 20”46 (-0.5) e primo degli esclusi, per appena due centesimi. Fuori anche Fausto Desalu, sesto e secondo degli eliminati in 20”49 con vento nullo.

800 m donne, batterie Eloisa Coiro passa in semifinale, quinta con 2’00”36 (secondo miglior tempo in carriera) nella seconda delle sette batterie, ma deve aspettare i risultati delle successive cinque gare per sapere di disporre del terzo e ultimo crono di recupero. Niente da fare, invece, per Elena Bellò, staccata nel finale dal terzetto di testa con la britannica Keely Hodgkinson, argento olimpico e iridato, a guidare in 1’59”53 davanti alla sudafricana Sekgodiso (1’59”72) e alla finlandese Maattanen (2’00”41). La vicentina arriva quinta nella prima batteria in 2’01”38 pur recuperando una posizione ai danni della polacca Sarna, ma alle spalle della keniana Kiprotich (quarta in 2’01”26). Si rivede la fuoriclasse statunitense Athing Mu, oro olimpico e mondiale, alla seconda uscita stagionale sulla distanza in 1’59”59, ma la più veloce è la campionessa Usa in carica Nia Akins con 1’59”19. 

5.000 m donne, batterieNadia Battocletti è chiamata subito a dare il meglio di sé e ci riesce. Si classifica ottava (passaggio diretto alla finale per le prime otto) nella batteria dominata da un’indemoniata Sifam Hassan, che corre i 5.000 m in 14’32”29. Nadia sfiora il proprio record italiano e taglia il traguardo in 14’41”78. Ludovica Cavalli, invece, cede infine alla stanchezza accumulata nei tre turni che l’hanno condotta a essere finalista dei 1.500 m, dove ieri si era classificata undicesima migliorando ancora una volta il primato personale e ottenendo lo standard olimpico. Nella batteria dei 5.000 m l’allieva di Stefano Baldini ha cominciato a staccarsi dal gruppo quando mancavano tre giri al termine e ha chiuso al diciassettesimo posto in 15’32”95.

Asta uomini, qualificazioniClaudio Stecchi supera i 5,75 m alla terza prova e stacca il biglietto per la finale di sabato 26 agosto, seconda finale iridata della carriera dopo Doha. La misura di 5,75 è stata superata da 13 concorrenti e i finalisti, invece, dovrebbero essere 12. I giudici di gara hanno deciso di fermare lì la qualificazione, ritenendo inutile e inopportuno proseguire a 5,80 m per eliminare un solo atleta, a mezzogiorno e mezzo, sotto un sole diventato cocente. Tra gli eliminati, l’oro e l’argento degli ultimi Europei indoor di Istambul: il norvegese Sondre Guttormsen e il greco Emmanouil Karalis.

Asta donne, finale – Nella prima volta in finale ai Mondiali per un’astista italiana, non demerita Elisa Molinarolo che è nona con 4,50 m dopo aver superato con sicurezza le prime due quote, valicando senza errori quella di ingresso a 4,30 m. La gara dell’astista veneta si ferma con i tre errori accumulati a quota 4,65 m, la stessa misura del personale ottenuto lunedì in qualificazione.

Lungo uomini, qualificazioni – Un Mattia Furlani sottotono atterra a 7,85 m (-0.1) con il terzo e ultimo tentativo, meglio del 7,66 controvento (-1.1) ottenuto in apertura prima di un poco significativo 7,47 (+0.1), ma non abbastanza per cogliere un posto tra i dodici che vanno in finale: erano necessari otto metri esatti. Un paio di settimane dopo il trionfo alla rassegna continentale giovanile di Gerusalemme, con 8,23 m a un centimetro dal personale, il reatino chiude al diciottesimo posto. Formidabile il volo a 8,54 (+1.2) del giamaicano Wayne Pinnock al primo salto, si salva all’ultimo il greco campione olimpico Miltiadis Tentoglou con 8.25 (-1.2).

Triplo donne, qualificazioni – Sono apparse in ottima forma le due tripliste azzurre Ottavia Cestonaro e Dariya Derkach entrambe approdate alla finale di venerdì sera (19:30).

Otavia Cestonaro arriva a un soffio dal personale atterrando a 14,20 m (vento +0,3) nel secondo turno, a due centimetri dal proprio personale. Primato stagionale all’aperto, invece, per l’argento euroindoor, Dariya Derkach, che salta 14,15 m (+1.0) a conferma di una crescita di condizione dopo l’intervento chirurgico in primavera. Non esagera la venezuelana primatista del mondo Yulimar Rojas con 14,59 (-1.3), in cima alla classifica per il momento c’è la giamaicana Shanieka Ricketts (14,67/+1.4) davanti a Thea Lafond (Dominica, 14,62/0.0).

Martello donne, qualificazione – Per la finale occorrono 73 metri. Sara Fantini va in pedana una prima volta e lancia l’attrezzo a 73,28, miglior risultato del 2023. Problema risolto! La rivedremo in pedana nella serata di giovedì 24 agosto, per la finale nella quale è chiamata a cercare di migliorare il quarto posto dei Mondiali di Eugene 2022.