Europei di cross: due chiacchiere con Antonio La Torre

Europei di cross: due chiacchiere con Antonio La Torre

08 Dicembre, 2019

Lisbona. Con qual casco di capelli bianchi in testa Antonio La Torre è inconfondibile su ogni campo di atletica. A Lisbona (Europeo di corsa campestre numero 26), alla fine di una lunga mattinata, trascorsa sotto un cielo plumbeo che minacciava pioggia, Antonio DT azzurro spiccava tra i molti tecnici con la divisa di un azzurro intenso, a suo modo era felice. Bisogna prenderlo così, perché di primo acchito non ha parole di elogio per la staffetta mista 4×1500, specialità che tra i prati resta, a parere di chi scrive, un sorta di punto interrogativo, non riesce ancora a coinvolgere pubblico e atleti oltre a molti consensi. Questa prova ad ogni buon conto dimostra anche la pochezza del mezzofondo veloce italiano, però nelle altre gare l’Italia dall’Europeo esce con un voto alto. Quattro medaglie, un bottino secondo solo all’Europeo disputatosi a Legnano nel 2006, quando si gioca in casa le motivazioni sono assai diverse.

Procediamo con ordine. «L’oro di Nadia Battocletti luccica più di quello di un anno fa a Tilburg. In Olanda le avversarie non erano agguerrite come quelle sconfitte al Bela Vista Park nel cuore della città lusitana. Qui ci si è fatta guerra per almeno tre quarti di prova lottando gomito a gomito sulle ripide salite e sulle discese spezzagambe. Nadia ha corso come suo costume con classe e determinazione, nella parte finale di gara ha preso il largo battendo la slovena Lukan che a Boras (Svezia) la scorsa estate l’aveva messa sotto. Grandi urla di gioia tra le ragazze che hanno conquistato l’argento, con lo stesso punteggio della Gran Bretagna, l’unica che ha irrorato il suo visino di lacrime Angela Mattevi, campionessa mondiale di corsa in montagna meno di un mese fa in Argentina. Dopo due prove il medagliere italiano era già ricco!».

Poi arrivavano gli imberbi dell’under 23, che proprio un anno fa fecero uscire dai gangheri Antonio.Bene quest’anno, i moschettieri grazie alle buone prove di Yohanes Chiappinelli (arrivava dal Kenya pure lui per tre settimane in quota) quinto, poi Demarchi che stando a quanto sostiene La Torre «ha fatto un miracolo tecnico da un anno a questa parte» e Parolini, si vestono d’argento.

L’attesa era per Yeman Crippa. Il figlio delle Valli Giudicarie sale per la prima volta sul podio tra i senior, con un miglioramento notevole: da sesto a terzo.«Si deve tenere presente che solo il 6 ottobre era ancora in pista a Doha (finale dei 10 mila), ritrovare una condizione in meno di 60 giorni, con un intermezzo di almeno 10 di vacanza, è tutt’altro che facile. Yema ha lottato è quando ha capito che la vittoria non era alla sua portata ha tenuto a bada il ritorno dello svizzero Wanders e ha alzato le braccia al cielo per il bronzo, metallo che a suo dire lo perseguita».

Antonio La Torre riparte per l’Italia ma martedì sarà a Formia (incontro con Gimbo Tamberi). Facile la vita del DT! Prossimo appuntamento tra un anno a Dublino, nel 2021 a Venaria Reale, a proposito:«meglio che s’inizi ora la preparazione». Parola del DT.